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Dio non è assente dove è presente il cuore

Io ho il potere di chiudere la bocca a Dio e ai suoi profeti; ho il potere di deturpare il volto dell’amore, fino a soffocarlo fuori e dentro di me. Non ho però il potere di spegnere l’amore e la luce anche del più piccolo frammento di umanità che decida di dare ancora una volta fiducia alla vita. E per credere nella forza della vita quando tutto parla di morte, non si può fare altro che ripartire dal cuore. Ecco perché vorrei ribaltare la citazione precedente, dicendo: ‘Dio non è assente dove è presente il cuore’, dove persiste anche un flebile battito che canta la passione per la vita. Dunque possiamo domandarci: ci metto il cuore nelle cose che dico e faccio? Quanto cuore c’è nel mio modo di vivere le relazioni, da quelle più banali a quelle che mi condizionano tutta quanta la vita?

L’interrogativo che scribi e farisei rivolgono a Gesù sul comportamento dei discepoli che non si attengono alle più rigide tradizioni e «prendono cibo con mani impure», obbedisce alla logica di un dire e fare senza che il cuore sia coinvolto. Perché mai mangiare senza aver adempiuto a una serie interminabile di riti di purificazione potrebbe rendere indegno l’uomo davanti a Dio? Il problema posto dai contestatori di Gesù tocca il cuore di ogni religione, che deve collocarsi nel panorama universale come religione dei riti o religione del cuore. Chiaramente entrambi gli aspetti sono presenti in ogni manifestazione cultuale, ma l’accento posto sull’una o sull’altra dimensione determina una differenza radicale. Scribi e farisei si erano ormai appiattiti su una religione fatta di norme rituali asfissianti, la cui trasgressione incuteva il timore di non essere graditi a Dio. Gesù propone una fede che tenga sempre in contatto l’interiorità con l’esteriorità; non concepisce un corpo senz’anima, come pure un’anima senza corpo. Egli, che unisce insieme la natura divina con quella umana, ci ha insegnato che a Dio è gradita la comunione, non la separazione. Il problema è che ci sono cose che oggettivamente è difficile tenere unite. Come faccio a conciliare due desideri contrastanti, due cose che si oppongono a vicenda? Si possono amare due persone allo stesso modo? Forse qualcuno penserà di sì, ma non sarà mai accettato da chiunque sappia di dover dividere l’amore dell’amato con un’altra persona. Dio è armonia, non ama gli ibridi, cosicché Egli favorisce la complementarietà tra quei diversi che hanno in sé la potenzialità di integrarsi dando vita a una novità, a una bellezza che lascia pochi dubbi. Come certe coppie sposate da 50 anni che si amano come il primo giorno, o certe amicizie che non conoscono l’usura del tempo. Ora, la più grande integrazione che il Signore favorisce e ci invita a compiere è proprio quella tra i sentimenti che abitano dentro di noi e le scelte concrete che operiamo. Non si è usato a caso il termine ‘sentimenti’, ben sapendo che si tratta della realtà più complessa e ambigua che muova il comportamento umano. Eppure dobbiamo partire da questi e saperli tradurre in scelte chiare e riconoscibili. Da soli non è possibile, perché il rischio di sacrificare cuore o testa, cuore o comportamenti, è elevatissimo. Ecco perché Gesù ci offre indicazioni per un cammino di libertà nella verità. Non allontanare il cuore dal Signore e sapere che da esso «escono i propositi di male» è la via per non vivere una schizofrenia tra interno ed esterno. Se tu sai che quasi naturalmente sei tentato dal male, vigilerai sul tuo cuore. Si tratta di accettare la sfida di una vita che, nonostante tenda al bene, è insidiata dal male. Forse il male più grande è pretendere che la possibilità del male stesso non ci sia, per cui il suo apparire all’orizzonte determina alternativamente scoraggiamento o attrazione. Tuttavia conosciamo il pericolo ma anche il rimedio: Gesù ce l’ha detto! La purezza davanti a Dio è un dono che viene fatto al cuore che desidera essere purificato e non ha paura di guardare in faccia il male, come ha fatto Cristo. Il male non va sfidato, ma riconosciuto e affrontato con le armi evangeliche che di volta in volta lo Spirito ci fornirà.