Un pellegrinaggio di fede e di preghiera che ha visto partecipe circa duecento persone provenienti dalle parrocchie di Cannitello, Ferrito, Pezzo, Acciarello, Campo Calabro, San Roberto, Fiumara, guidati dai sacerdoti padre Antonio Carfì, don Marcello Salamone, don Daniele Mileto, don Francesco Megale, don Salvatore Paviglianiti, don Giuseppe Repaci e padre Oliver Wabulakombe che hanno voluto condividere un percorso di fede all’interno del cammino di una Chiesa sinodale che vuole la condivisione di un’esperienza ecclesiale e spirituale e sottintende sempre la disponibilità a camminare insieme.
Quattro i pullman di pellegrini traghettati all’alba di sabato 19 novembre dalle rive del Stretto. A scaldare i loro cuori la fede e le preghiere. Iniziavano la lunga giornata con la recita del Santo Rosario in attesa della celebrazione eucaristica al Santuario della Madonna delle Lacrime, durante la quale don Giuseppe Repaci ha raccontato la sua testimonianza sul miracolo ricevuto dalla sua mamma proprio dalla Madonna delle Lacrime.
La Madonna delle Lacrime è legata ad un prodigio avvenuto a Siracusa nel 1953 e riconosciuto in pochi mesi dalla Chiesa, uno dei più conosciuti al mondo. Due giovani coniugi, Angelo Iannuso e Antonina Lucia Giusto abitavano in una modesta casa. Antonina era in attesa del primo bambino, ma la gravidanza si presentava difficile, al punto che a volte le procurava l’abbassamento della vista. Il 29 agosto 1953 verso le 3 di notte, quel disturbo si acuì a tal punto, da renderla completamente cieca.
Lo scoraggiamento fu totale, procurandole molta sofferenza. Inaspettatamente verso le 8.30 del mattino, la vista tornò come prima e alzando lo sguardo verso il quadretto di gesso attaccato a capo del letto, incredula e meravigliata, vide grosse lacrime scendere sul viso della Madonnina. Immediatamente richiamò l’attenzione del marito gridando: «La Madonnina piange!».
È in questo luogo mistico che i fedeli calabresi si sono recati con devozione e con gioia con il desiderio di vivere importanti emozioni e affidare alla Vergine le loro richieste, mettendosi sotto la sua celeste protezione. Dopo la prima tappa, pausa pranzo al ristorante “Giardino degli aranci”, con un tuffo nella convivialità e l’allegria per poi continuare con la visita nella bellissima isola siracusana di Ortigia accompagnati da esperte guide turistiche che hanno raccontato la storia di questa incantevole zona di Siracusa.
Ortigia, una delle più belle attrattive del siracusano assolutamente da non perdere, è stata terra di diverse popolazioni: fu abitata fin dall’età del bronzo (3500-1200 a.C.), ma i greci la trovarono disabitata e vi si stabilirono. Poi fu la volta dei romani, degli svevi, degli aragonesi e degli arabi e tutti hanno lasciato traccia del loro passaggio. Un giro tra negozi di souvenir e assaggi dei dolci tipici e poi nel tardo pomeriggio si è intrapresa la via del ritorno, stanchi ma arricchiti da questa esperienza non solo spiritualmente ma anche umanamente nella fraternizzazione tra le parrocchie.
È stata una bellissima giornata, piena di entusiasmo e ricca di buoni sentimenti; amicizia, scambio e condivisione. Nonostante si provenisse da cammini diversi, i pellegrini sono riusciti a vivere una vera fraternità. Hanno condiviso momenti semplici ma speciali, proprio come una vera unica comunità: hanno pregato, cantato, si sono divertiti. Hanno condiviso assieme un’esperienza molto forte. Un bilancio di un viaggio positivo, dunque, che porta a sperare di ripetere molto presto questa esperienza in futuro.