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Corpus Domini, nell’eucarestia l’orizzonte della vita nuova

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I turni di adorazione, animati dalle varie associazioni, parrocchie, gruppi laicali e dalle consacrate della diocesi, hanno ritmato una preghiera ininterrotta, intensa, vibrante, commossa, ora silenziosa, ora gioiosa, che nell’atmosfera speciale della Chiesa madre della diocesi ha visto radunati tutti i suoi figli per contemplare il mistero centrale della fede cristiana. Il mistero che, come ha premesso l’arcivescovo Morosini introducendo la celebrazione in Cattedrale, alla presenza di tutto il clero diocesano, «dà la possibilità di capire la vita, e dal quale possiamo imparare a vivere come Gesù ci ha insegnato». «Nell’eucaristia – ha poi precisato l’arcivescovo nell’omelia – c’è la risposta ai tanti interrogativi dell’uomo. Se il chicco di grano non muore non porta frutto: è questa la chiave interpretativa dell’esistenza umana che il mistero eucaristico ci rivela per trovare il senso della vita». Una vita che, attraverso l’eucaristia, proietta il quotidiano nella prospettiva dell’eternità: «Dobbiamo gridarlo ad alta voce oggi, non si gioca qui tutto il senso della nostra vita!» – ha precisato il presule. Aggiungendo poi che «l’eucarestia ci introduce in tutti gli aspetti del mistero della redenzione, soprattutto ci fa capire il valore redentivo della sofferenza. Chi vuole essere cristiano deve accettare il sacrificio perché annunziare il Vangelo significa portare la croce».
Se il messaggio dell’eucarestia si dovesse racchiudere in una sola parola questa sarebbe proprio: “speranza”. Nel non sentirsi mai soli, nel sentirsi sempre accompagnati e sostenuti da Gesù. Ed è questo il messaggio che l’arcivescovo Morosini ha voluto lasciare alla folla di fedeli che l’ha seguito in processione con il Santissimo Sacramento per le vie centrali della città, prima di dare la benedizione eucaristica: «Abbiamo camminato insieme con Gesù o meglio questa sera Gesù ci ha dato l’indicazione che è lui che cammina con noi, come quando ha accompagnato i discepoli di Emmaus sconfitti e delusi…anche per noi in questo momento sono tanti i segni di solitudine e di disperazione che la nostra città sta vivendo: il suicidio, l’omicidio l’abbandono. Questa processione rimanga per noi che crediamo un punto di fede verso il quale guardare, torniamo da quest’incontro con questa convinzione: voi genitori ditelo ai vostri figli, voi sacerdoti predicatelo dall’altare. Genitori confortate i vostri figli con questa certezza, riprendete con loro un discorso di fede se vi accorgete che la tentazione della solitudine sta per farli precipitare nella disperazione. Gesù ha camminato per le strade della nostra città oggi».
Antonia Cogliandro