La Santa Messa si svolgerà alle 18.00 nella Basilica Cattedrale di Reggio Calabria e sarà presieduta dall’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova e presidente della Conferenza episcopale calabra, monsignor Fortunato Morrone.
Alla Santa Messa, seguirà alle 19.30 la Processione eucaristica col Santissimo Sacramento lungo le vie del centro cittadino.
«L’Eucaristia è una continua denuncia della nostra cultura privatistica e familista che fatica a comprendere il senso vitale e prezioso del bene comune a livello sociale e politico, non ultimo ecclesiale», ha detto in occasione della solennità dello scorso anno, monsignor Fortunato Morrone.
«L’Eucaristia – ancora le sue parole – è il pane dei pellegrini, e noi tutti, in cammino dietro Gesù, siamo chiamati ad imparare ad assumere relazioni amative, eucaristiche corpo a corpo, nella misura alta del suo gesto pasquale che apre i nostri miopi e autoreferenziali occhi sulle reali necessità e attese degli uomini mendicanti di pane in questo nostro mondo, molte volte desertificato da interessi egoistici, sociali, nazionali, culturali, politici che affamano e schiavizzano milioni di persone, anche nel nostro territorio».
«Solo un pane spezzato, un’esistenza donata può aprire sentieri nuovi di condivisione, avviare e moltiplicare come per gemmazione processi di giustizia, di equità, di fraternità perché nessuno sia privato della linfa vitale dell’amore».
Il Corpus Domini (Corpo del Signore), è sicuramente una delle solennità più sentite a livello popolare. Vuoi per il suo significato, che richiama la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, vuoi per lo stile della celebrazione. Pressoché in tutte le diocesi infatti, si accompagna a processioni, rappresentazione visiva di Gesù che percorre le strade dell’uomo.
La storia delle origini ci porta nel XIII secolo, in Belgio, per la precisione a Liegi. Qui il vescovo assecondò la richiesta di una religiosa che voleva celebrare il Sacramento del corpo e sangue di Cristo al di fuori della Settimana Santa. Più precisamente le radici della festa vanno ricercate nella Gallia belga e nelle rivelazioni della beata Giuliana di Retìne. Quest’ultima, priora nel Monastero di Monte Cornelio presso Liegi, nel 1208 ebbe una visione mistica in cui una candida luna si presentava in ombra da un lato.
Un’immagine che rappresentava la Chiesa del suo tempo, che ancora mancava di una solennità in onore del Santissimo Sacramento. Fu così che il direttore spirituale della beata, il canonico Giovanni di Lausanne, supportato dal giudizio positivo di numerosi teologi, presentò al vescovo la richiesta di introdurre una festa in onore del Corpus Domini. Il via libera arrivò nel 1246 con la data della festa fissata per il giovedì dopo l’ottava della Trinità. L’estensione della solennità a tutta la Chiesa però va fatta risalire a papa Urbano IV, con la bolla Transiturus dell’11 agosto 1264.
Nell’estendere la solennità a tutta la Chiesa cattolica, il Papa scelse come collocazione il giovedì successivo alla prima domenica dopo Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). Urbano IV incaricò il teologo domenicano Tommaso d’Aquino di comporre l’officio della solennità e della Messa del Corpus et Sanguis Domini.
L’inno principale del Corpus Domini, cantato nella processione e nei Vespri, è il Pange lingua scritto e pensato da Tommaso d’Aquino. In numerosi Paesi, tra cui dal 1977 l’Italia, la celebrazione è stata tuttavia spostata alla domenica successiva. In molte Chiese locali però, tra cui Milano, anche alla luce della recente riforma del calendario ambrosiano, la data è rimasta il giovedì.
10 giugno 2023