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Continua ad avere fede

La guarigione della Figlia di Giairo

{module AddThis} Alla fine del capitolo quattro l’evangelista chiudeva con un brano di transizione sia a livello di spazio geografico sia a livello di spazio testuale, l’attraversata del lago per passare all’altra riva. A livello testuale le frasi che assicurano la transizione sono quelle pronunciate da Gesù “Perché avete paura? Non avete ancora fede?” e dai discepoli che s’interrogano sull’identità di Gesù.
Il capitolo cinque da una risposta a questi interrogativi, peccato che la liturgia non ci propone nella lettura domenica il brano dell’indemoniato di Gerasa, cruciale per il vangelo di Marco, ci offre, invece la lettura della guarigione della figlia di Giairo. In questo brano i due interrogativi vengono ripresi e sviluppati, concretamente Marco ci racconta due episodi in cui la paura e la fede servono rispettivamente come barriera e come ponte per incontrare Gesù. Sarebbe bello sviluppare tutte le piste di riflessione che la pericope ci offre, come il carattere battesimale o il legame tra le parole e le azioni di Gesù, ma è necessario concentrarci sull’essenziale, il percorso di fede che possiamo fare attraverso Giairo e l’emorroissa.
Il brano si apre con il capo della sinagoga che si dirige verso Gesù. Ci possiamo chiedere: “L’andare verso Gesù, motivati dal solo bisogno, non rivela un atteggiamento di fede?” Forse! Giairo crede sicuramente che Gesù possa guarire sua figlia attraverso l’imposizione delle mani. Questo basta a Gesù per mettersi in movimento, ma è sufficiente per sperimentare la persona di Gesù? L’episodio costruito con la tecnica dell’incastro s’interrompe per educarci insieme a Giairo alla fede.
Una donna si avvicina a Gesù, non per chiederle di toccarla ma per toccare Lui. La fede di Giairo si appoggia sulla capacità e sulla volontà di Gesù di fare quello che gli chiede, la fede della donna nasce dal momento in cui “sente” parlare di Gesù. Il sentire parlare di Gesù cambia la sua vita, gli offre una possibilità che prima non aveva. È questo l’oggetto della sua fede: la possibilità di toccare Gesù. Quest’opportunità trasformata in fede gli permette di agire, di andare verso Gesù, e permette a Gesù di guarirla. La possibilità diventa realtà, la donna si rende conto in sé che qualcosa fuori di sé l’ha guarita, Gesù si rende conto in sé che qualcosa l’ha lasciato verso l’esterno, anche se non conosce la causa per cui la forza l’ha lasciato.
In questo episodio Gesù non sa tutto e non può prevedere quello che sta per accadere, è superato dalla libertà della sua interlocutrice. Il verbo si è fatto carne ed è diventato storia, si è fatto racconto. Che strano che Gesù non sappia chi l’ha toccato ma sia capace di capire la differenza tra il semplice accalcarsi e il toccarlo. Qui si tratta di percepire la distanza tra chi ha semplicemente sentito parlare di Gesù e quelli che sono riusciti a trasformare questa distanza in fede. Gesù è capace di percepire la differenza tra chi lo segue in modo anonimo e chi invece ha il volto della fede. Questa capacità di Gesù permette alla donna di rivelare se stessa e il riconoscimento di Gesù della sua figliolanza permette alla comunità di accoglierla. La fede diventa l’anima della relazione e la forza creatrice della nuova identità.
Mentre Gesù segue Giairo, verso la sua casa, apre al capo della sinagoga un altro percorso. Un po’ come nella nostra vita, ci rivolgiamo a Gesù e gli chiediamo di seguirci e poi a un certo punto succede qualcosa che cambia tutto, in questa nuova situazione non ci resta che una sola strada quella che Gesù apre con le sue parole. La figlia di Giairo è morta, cosa fare? “Non temere, soltanto abbi fede”. Non si dice di non aver paura, se non a qualcuno che ha iniziato ad aver paura. Si tratta di attraversare la paura per raggiungere la fede. La fede ti permette di attraversare la paura causata dalla morte e di considerare questa realtà come un sonno. La vita (Gesù) ha invaso l’esistenza mortale l’ha attraversata e ha trasformato la morte in sonno. Chi crede nel Messia può attraversare la morte e conoscere ciò che appartiene alla risurrezione. “La bambina non è morta, ma dorme.”, la verità di Gesù non cambia questo dato di fatto in coloro che lo deridono, ma la sua parola cambia lo stato della bambina, grazie all’apertura alla fede del padre che ha permesso a Gesù di partire e compiere il suo cammino per dire alla figlia: “Talità kum”.