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Conclusa la Settimana vocazionale nella zona pastorale Reggio nord

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Durante il momento di preghiera un seminarista ed una religiosa, hanno condiviso con i presenti la loro personale esperienza. Entrambi si sono soffermati sull’importanza che la comunità parrocchiale di provenienza e l’esperienza associativa vissuta hanno avuto nella loro vita. Le due diverse testimonianze si possono sintetizzare affermando che la loro vocazione è nata nella comunità, ma soprattutto, grazie ad una comunità parrocchiale che li ha accolti e permesso di sperimentare l’incontro con un Dio che è amore. Un giorno è stato dedicato in particolare ed interamente alle famiglie. Infatti, presso l’aula magna del Seminario «Pio XI», si sono incontrate per riflettere insieme sul ruolo che la famiglia occupa nel discernimento e nella crescita delle vocazione. Partendo dal brano evangelico del ritrovamento di Gesù al Tempio, guidati dalla meditazione di don Antonello Foderaro, i coniugi si sono confrontati con le figure di Maria e di Giuseppe, per poi passare a quella dei beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi. Attraverso di loro è emersa con forza la necessità di educare i figli a vivere un rapporto personale con Dio attraverso la testimonianza che i genitori devono offrire attraverso l’amore reciproco. Risuonano ancora nel cuore di ognuno le parole di don Paolino che, nel parlare dei propri genitori, affermava: «… In casa mia non si parlava di vocazione, si parlava di fedeltà, di amore …». A coronamento della serata, i presenti, hanno ascoltato, dalla viva voce dei coniugi Benedetto, la bellezza e la ricchezza di vivere accanto ad un figlio che ha scelto di donare la propria vita al Signore. Due giorni sono stati dedicati, invece, all’intensa preghiera vissuta in contemplazione della croce e dell’eucarestia. Il venerdì, poi, l’intera zona pastorale, nel quartiere di Archi, si è messa alla sequela di Gesù, vivendo l’intensa e significativa celebrazione della Via Crucis. Il giorno successivo è stato il giorno dedicato ai ragazzi che, ancora una volta, si sono ritrovati nel presso il seminario dove, aiutati dai seminaristi e da don Francesco Marrapodi, si sono fermati a riflettere sulla vocazione come il sogno che Dio ha per la vita di ogni uomo, in particolare per la vita dei giovani. I giovani si sono divisi in gruppo e partendo dalla chiamata dei primi discepoli ad ogni gruppo è stata affidata una parola (amicizia, amore, sogno, servizio, vocazione). I ragazzi hanno, inoltre, costruito una piccola rappresentazione teatrale condivisa poi con gli altri. Nella celebrazione di domenica 12, presso la parrocchia di Santo Stefano da Nicea in Archi, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini ha sintetizzato il percorso di riflessione compiuto durante la settimana vocazionale. Il presule ha invitato i presenti ad accogliere la chiamata, a custodirla e a farla crescere. L’arcivescovo ha evidenziato, inoltre, la bellezza di una vocazione intesa come piena realizzazione di una vita. A conclusione dei giorni dedicati alle vocazioni e alla preghiera d’intercessione, l’inno di ringraziamento per i tanti momenti vissuti insieme si è elevato da parte di tutte le comunità parrocchiali della zona nord. A Dio sono state affidate le tante vocazioni nate lungo gli anni, chiedendo a Lui di far nascere dentro il cuore di tanti giovani i semi della chiamata. È Lui che chiama e, infatti, è questo il senso più profondo della parola vocazione, che significa chiamata. Nel Vangelo, spesso Gesù chiama a sé quelli che poi costituirà suoi discepoli. L’iniziativa parte dal maestro e la chiamata è un dono di predilezione. Questo dono di Dio per ciascuno non contempla meriti speciali, ma risponde ad una provvidenza da sempre presente nella mente e nel cuore di Dio.