Nasce, nell’estate scorsa, da un’intuizione del nostro arcivescovo Fortunato, l’idea di far convergere, nello stesso posto e nella quinta domenica di Quaresima, le strade imboccate dai gruppi giovanili d’ogni parrocchia, associazione o movimento.
E così, mese dopo mese, l’Ufficio diocesano di Pastorale Giovanile, ora interpellando la Consulta Diocesana, ora punzecchiando le Zone Pastorali, ha costruito una sorta di “bussola”, utile ai gruppi, d’ogni livello, per non smarrirsi, per non deragliare, per non far spallucce innanzi ai segni che questi tempi offrono.
Non a caso, a sera del 16 gennaio, intervenendo, al Centro Incontro della Parrocchia di San Giorgio Martire, all’incontro di Consulta Diocesana, Mons. Morrone sottolineava che «la Chiesa, stando dentro l’azione creativa dello Spirito, non nasce per il mero stare insieme: la Chiesa è…annuncio del Vangelo ed azione missionaria».
Ed ecco, pertanto, il…tour…suggerito ai giovani nati alla Fede in questa porzione di storia che, bagnata dallo Ionio e dal Tirreno, si staglia sin sulle vette aspromontane: dapprima un incontro, a carattere zonale, riservato a quanti vivono il servizio educativo. Quindi un momento, aperto a tutti i giovani, di riflessione, preghiera e festa zonale: espediente utile per allargare gli orizzonti, conoscersi tra vicini di quartiere o paese, lasciarsi contaminare dall’altrui entusiasmo e farsi prossimi dinanzi l’altrui eventuale difficoltà…
E se la Giornata Mondiale della Gioventù, nella domenica di Cristo Re, è stata vissuta a carattere parrocchiale, intimo e casalingo, con l’avvento della Quaresima l’ufficio di Pastorale Giovanile esorta ad uscir dal proprio comodo tinello, ad incontrare chi abita a qualche centinaio di metri dall’abituale stanza del settimanale incontro.
E il 26 di marzo, poi, tutti a Modena, all’Istituto Maria Ausiliatrice, proprio ad un tiro di schioppo dallo svincolo autostradale: luogo ch’è al contempo ingresso in città e fuga verso la periferia. Scelta compiuta per star, sì, sotto il mantello di San Giovanni Bosco, ma anche per evocare il vero segreto ingranaggio che rende sinodale l’azione della Chiesa: l’esserci, sempre, nella vita dell’Uomo. L’esserci, per coinvolgere l’Uomo, per ascoltarlo e per lasciarsi da lui ascoltare: in fondo, i giovani, i nostri giovani, non anelano null’altro se non quel…camminargli accanto, a qualche passo di distanza, ma sempre con l’istesso passo e sempre scortati dal Crocifisso Risorto….
Ovviamente il 26 marzo sarà serata di festa, di riflessione, di “gioco sinodale”: la Chiesa reggina., così come le Chiese dell’italica penisola, vivono il tempo dei cantieri: quale migliore occasione, tra le ore 18 e le 20,30 del 26 marzo, per ritrovarci, con Marta e Maria di Betania, ora in strada, ora in casa, ora nel villaggio…punti d’incontro dei nostri giovani? E naturalmente, ciascun partecipante, tornandosene all’ombra del proprio campanile, potrà rimuginare su quanto il cuore episcopale di don Fortunato donerà nella…meditazione prevista in scaletta!