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Chiesa e Stato, insieme per occuparsi di ogni persona

san giorgio al corso

C’è voluto l’episodio accorso a Pietro, di cui abbiamo appena ascoltato: (Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?); c’è voluta l’intraprendenza di Paolo e, soprattutto, la fuga dei cristiani da Gerusalemme verso Antiochia, durante la persecuzione scatenata contro di essi, per innescare un modo nuovo di intendere e realizzare il mandato evangelizzatore del Signore Gesù, e, di conseguenza, indurre i cristiani ad aprirsi, di fatto e definitivamente, al mondo pagano. Fu chiaro, da allora e per sempre, che anche ai pagani Dio aveva concesso il dono della conversione perché avessero la vita!

2. Comincia così la missionarietà della Chiesa non tanto in senso geografico, quasi per porsi alla conquista del mondo, ma nel senso vocazionale, teologico, esistenziale ed antropologico della natura stessa della chiesa, in forza del quale essa, ieri come oggi, sa di dover entrare nel tessuto vivo dell’organizzazione della società, penetrando, con pazienza e rispetto (ma anche in modo efficace ed incisive) nel costume culturale e sociale, ed orientare (talvolta, anche modificare) in senso cristiano le forme di vita, le relazioni sociali, l’organizzazione della società, il modo di intendere e vivere la responsabilità politica, sino a creare, per un certo periodo storico, una identificazione con la struttura stessa dello Stato, con i meriti e i demeriti che tutti conosciamo. Lentamente i cristiani, secondo il dettame della Lettera a Diogneto, si sono assunti la responsabilità e l’onere dell’impostazione politica e sociale degli Stati, ed hanno proposto – per come hanno saputo e potuto – Gesù come modello di vita, facendo accettare nella vita politica il forte richiamo religioso del Signore: In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore … se uno entra attraverso di me, sarà salvato; … io sono venuto per servire e non per essere servito…; sono venuto perché abbiano la vita a l’abbiano in abbondanza.

3. Onorevoli autorità, mentre saluto tutti e ciascuno di voi, con sentimenti di sincera amicizia, vorrei anche ricordare che noi, nel corso dell’anno, ci incontriamo più volte, in Chiesa per le celebrazioni religiose, da voi richieste. Durante tali celebrazioni voi, che, pure, siete espressione della laicità dello Stato, affermate il valore che, a vostro dire, la fede assume per la stessa conduzione del vostro servizio, proprio all’interno delle strutture civili dello Stato. Sapete bene che più volte sono intervenuto sul senso di queste celebrazioni, mai per disattenderle o perché io le ritenga inutili, ma solo per suscitare in noi tutti una giusta riflessione, che faccia superare la monotonia della ripetitività, che non avrebbe senso, se alla base di queste celebrazioni ci fosse solo il prevalere di una tradizione (si è fatto sempre così), rispetto alla scelta convinta della fede.

4. Ecco perché mi permetto, anche quest’oggi di riaprire il discorso su questo tema, che, tra l’altro, trovo di grande attualità, dopo il discorso che il presidente della Repubblica francese, Macron, ha fatto ai Vescovi di quella nazione, ai quali ha chiesto di superare il pericoloso reciproco ignorarsi che ha caratterizzato, in questi ultimi tempi, il rapporto tra Chiesa e stato francese. Dice Macron: la linfa cattolica deve contribuire ancora e sempre a far vivere la nostra nazione. La ragione è semplice, afferma ancora Macron: le questioni di cui tratta la Chiesa cattolica sono questioni valide per tutti, non solo per i credenti; per tutta la nazione, per la nostra umanità tutt’intera, giacché esse hanno al centro la persona umana. Il riferimento di Macron è al personalismo di Mounier elaborato dal grande Maritain nell’opera immortale: Umanesimo integrale. E Macron chiede alla Chiesa il dono della saggezza, dell’impegno e della libertà.

5. Non mi interessa, stasera, fare una disamina del suo discorso, che può benissimo essere letto tramite Internet, anche se la stampa non vi ha dato grande risonanza, perché, forse, troppo scomodo per la cultura laicista dominante; certamente, la cultura dominante non poteva propagandare la seguente affermazione del Presidente della laicissima Francia: io considero che la laicità non ha certamente la funzione di negare lo spirituale in nome del temporale, né di sradicare dalla nostra società la parte sacra che nutre tanti nostri concittadini.

6. Desidero, dunque, suggerire alcune riflessioni, a commento anche delle parole di Gesù, il quale si presenta come colui che, affermando di donare all’uomo la vita e di essere la porta attraverso cui si entra nell’ovile, si presenta come colui che dà senso alla vita e risponde alle domande ultime che l’uomo si pone.

7. Noi oggi stiamo vivendo la fase del superamento del pensiero cristiano come modello unico, per affrontare i problemi della persona e delle sue relazioni. Modelli etici nuovi si sono ormai praticamente imposti, sui quali non solo la coscienza dei singoli ma anche quella collettiva si vanno interrogando, dinanzi al dilagare della violenza (vedi i casi di bullismo e di femminicidio), dell’assunzione di stupefacenti anche tra i ceti più elevanti in funzione di trasgressioni sessuali di ogni genere, della malattia del gioco, dei suicidi – tutti campanelli d’allarme della solitudine che si vive dentro, anche e soprattutto in età giovanile – e anche i modelli legati alla bioetica e all’accoglienza dei migranti, che sono i due specifici problemi per i quali Macron chiede l’aiuto della saggezza della Chiesa.

8. Questa situazione non sempre ci fa aprire gli occhi sulle sue cause, per cui, spesso, pensiamo solo di correre ai ripari con soluzioni repressive, necessarie, ma non risolutive. Anche sul nostro territorio spesso rischiamo di chiudere gli occhi su certi fatti drammatici, non cercandone la causa vera, ma ricorrendo, con troppa facilità al comodo rinvio alle responsabilità della ‘ndrangheta. Nessuno – men che meno la Chiesa – nega queste deprecate responsabilità, tanto quanto afferma la grande e meritoria opera compiuta da tutte le organizzazioni preposte alla lotta contro ogni forma di delinquenza organizzata (penso alle forze di polizia e a quelle della magistratura, alle quali va gratitudine e riconoscenza). Ma non è questo il punto: il punto, a mio parere, è che noi dobbiamo ricominciare a mettere al centro della nostra riflessione il problema dell’uomo e della sua salvezza, anzitutto quella temporale, e interrogarci se i valori che la cultura oggi sta offrendo, siano quelli giusti, capaci di dare equilibrio alla persona e stabilità alla convivenza sociale.

9. A questi livelli Macron, pur sostenendo la pluralità degli indirizzi di pensiero ha chiesto di riaprire con la Chiesa un dialogo e un confronto sui principi ispiratori della concezione della persona. Queste le sue parole: Noi non possiamo più, all’interno del procedere del nostro mondo, sentirci soddisfatti di un progresso economico o scientifico che non si interessi più del tipo di impatto che tale progresso ha nell’umanità e nel mondo.

10. Lo ha gridato forte anche papa Francesco nella Laudato sii. Il problema ecologico è fondamentalmente un problema antropologico. Solo la concezione di un nuovo modo di essere dell’uomo, di una nuova antropologia, che metta al centro la dignità della persona umana, potrà cambiare anche un nuovo modo di essere del mondo. In questo contesto il mio invito è quello di un’apertura reale a quelle che sono le ragioni dell’antropologia cristiana, assieme alle altre che il pluralismo culturale e religioso oggi ci presenta, per affrontare, nel confronto, i gravi problemi ai quali ho fatto sopra riferimento.

11. La richiesta, pertanto, non è quella dell’omologazione del pensiero o della Legge sulla base del dettame cristiano; vorremmo, invece, che certi interrogativi sul senso della vita, sul posto che noi riserviamo alla persona, sul modo come noi rispettiamo la sua dignità, non fossero dimentichi del bagaglio di pensiero e di valori che derivano dalla tradizione culturale del mondo classico, e dalla forza del pensiero trasmesso dalla fede cristiana.

12. Certe questioni oggi sono cruciali per il tipo di umanesimo che vogliamo costruire, per la visione di persona umana che vogliamo consegnare alle giovani generazioni attraverso l’educazione; per il concetto di libertà, che l’umanesimo cristiano non dissocia mai dalla necessità di una verità che la regoli e che, nell’ordinamento di uno Stato, assume il nome di legge. E’ assolutamente necessario, però, che questa verità non si identifichi con il proprio capriccio o con una concezione utilitaristica della vita, sia a livello individuale che sociale, economico e politico. I disastri ecologici sono l’effetto di un utilitarismo posto alla base dell’economia e della politica.

13. Noi vorremmo che una riflessione sulla visione dell’uomo preceda e soggiaccia all’attività legislativa ed economica. E questo non ci sembra stia accadendo oggi, se consideriamo certe leggi approvate dal nostro Parlamento, che non sono, a nostro giudizio, rispettose della dignità della persona umana, ma esprimono solo cedimento ad una cultura che vorrebbe dissacrare i valori della persona. È vero che la politica con le sue leggi deve gestire la realtà, complessa ed a volte perfino tragica, nella quale viviamo; ma la manipolazione dell’essere vivente – sono parole ancora di Macron, notoriamente laico – non può essere estesa all’infinito senza mettere in causa l’idea stessa dell’uomo e della sua vita. C’è da combattere il relativismo e il nichilismo, l’atteggiamento di chi si rassegna a vedere le cose andare così come vanno, senza alcuno sforzo per reagire, perché, tanto, non ne vale la pena.

14. Nell’affermare che solo in Gesù c’è la salvezza dell’uomo, noi cristiani facciamo il nostro atto di fede e indichiamo che non basta una fede di tradizione, ma c’è bisogno che la professione di fede in Gesù unico Salvatore abbia un riverbero nelle scelte di vita, le quali, per essere in linea con il Vangelo, non possono contrapporsi a ciò che Gesù ha vissuto ed ha insegnato; è questa la vera tragedia del mondo cattolico oggi: una professione di atti religiosi, svuotati del fondamentale contenuto di fede: Gesù è il salvatore.

15. Noi vorremmo che questa fede, con tutto ciò che segue nell’impegno per l’uomo e per la difesa della sua dignità, fosse accettata come una significativa proposta valoriale, da mettere assieme e confrontare e con altre e soprattutto con l’esperienza, per vedere quale di queste numerose proposte lanciate all’uomo dalle diverse culture garantisca all’uomo la stabilità del vivere comune, nella pace e nel rispetto reciproco. Noi cristiani vorremmo essere accettati dalla società civile, non solo per l’utile che essa riceve dalla nostra presenza nell’azione umanitaria e nelle iniziative sociali e caritative.

16. Mi permetto un’ultima citazione di Macron: Io come Capo di Stato mi debbo preoccupare che coloro i quali si impegnano a curare le ferite della società e a consolare i suoi pazienti, debbano avere anche una voce sulla scena politica, sulla scena politica nazionale e sulla scena politica europea.

17. In questo modo io interpreto la celebrazione di un patronato di santi o della Madonna sulle nostre città e sulle nostre aggregazioni. Altrimenti sarebbe tutto un vuoto girare su tradizioni, mentre il cammino della storia è già andato oltre queste forme, e guarda all’uomo in modo diverso da come queste forme, ormai prive di significato reale, potrebbero presentare.

18. Onorevoli autorità qui convenute, cari amici che mi ascoltate: a voi consegno, nella mia responsabilità di Vescovo, le riflessioni che ho inteso con voi condividere e che, sono certo, ci trovano concordi e disponibili nella comune passione per la nostra città e, ancor di più, per ciascuno dei suoi abitanti, soprattutto per quanti vivono nelle periferie geografiche, umane ed esistenziali del nostro territorio.

Loro, soprattutto loro (lo ripeto!) hanno il diritto di sentirci, tutti, realmente coinvolti nella quotidiana e mai banale fatica del vivere, quando sapere di poter contare (o no) su Istituzioni (laiche e religiose) davvero attente ai bisogni della gente ed amiche di processi di rinnovamento forti, coraggiosi, trasparenti e verificabili, fa la differenza!

Il Signore Gesù, il quale è venuto perché noi tutti potessimo avere la vita, in abbondanza, ottenga, anche per intercessione di S. Giorgio, a noi tutti ed alla nostra amata città questo spirito nuovo! Amen.