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Catechesi dal benzinaio, alla ricerca del vero “rifornimento”

Gmg, la catechesi di mons Savino a Cracovia

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I giovani, raggruppati per diocesi, hanno pregato le lodi ed hanno ascoltato la lettura di una breve parte dell’omelia di Papa Francesco pronunciata durante la domenica della Misericordia dello scorso anno: “È il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato: essere segno e strumento di Misericordia”.
Da questo invito del Papa scaturisce la seconda tappa della Catechesi, vissuta in modo itinerante, tra la gente, sui mezzi pubblici, nelle strade: non si può essere “segni e strumenti di Misericordia” se prima di tutto non si è riconciliati. Il primo passo della riconciliazione è l’esame di coscienza. Proprio per questo i pellegrini calabresi sono stati invitati a fare un esame di coscienza “a coppia”, il confronto con l’altro spesso aiuta a conoscere meglio se stessi. L’esame è consistito in una riflessione su tre macro-domande: quali sono le mie mancanze nei confronti di Dio, nei confronti del prossimo e nei confronti di me stesso?
La terza tappa si è svolta presso un rifornitore di carburante. Una scelta emblematica: in un luogo in cui tutti passano senza fermarsi, i giovani calabresi hanno sostato per fare un “rifornimento” che non si esaurisce. Così, convenuti dalle diverse zone della periferia di Cracovia, hanno ascoltato la Catechesi di Mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano e delegato per la Pastorale Giovanile. Il presule si è soffermato sulla parola “stupore”, emblema della prima giornata della GMG e possibile stile di vita per il giovane cristiano. Facendo riferimento all’attentato francese di martedì, Savino ha invitato i giovani a “svegliarsi”: “non possiamo far finta che non sia successo nulla, ma con la testimonianza dell’amore di Cristo, che ci invita ad amare i nostri nemici, vinciamo l’odio”. Infine un appello ai giovani: “potete scegliere come vivere questa GMG se come pellegrini, nomadi o mendicanti. Spero che ciascuno si riconosca mendicante, consapevole delle proprie povertà. È l’incontro con Cristo, che ci ama di un amore incondizionato e asimmetrico, che arricchisce la nostra vita”.