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Carnevale e Quaresima, il senso di un passaggio: dalla festa alla rinascita

Che rapporto c’è tra Carnevale e Quaresima? E perché l’uno anticipa l’altra? Si tratta di due momenti dell’Anno Liturgico apparentemente opposti, ma in realtà profondamente legati tra loro. Le loro origini affondano nella storia e nella cultura occidentale, con radici che intrecciano elementi cristiani e usanze popolari di epoca precristiana.

Il Carnevale, con le sue manifestazioni di gioia sfrenata, i travestimenti, i banchetti abbondanti e le sfilate, rappresenta una sorta di momento di liberazione prima dell’inizio della Quaresima. La parola stessa “Carnevale” deriva dal latino carnem levare, che significa “eliminare la carne”, un chiaro riferimento all’astinenza dalle carni che caratterizzava il periodo quaresimale.

Le origini del Carnevale si possono ricondurre ai Saturnali romani, feste invernali durante le quali veniva temporaneamente sospeso l’ordine sociale e i ruoli venivano ribaltati. In seguito, con l’avvento del Cristianesimo, queste celebrazioni vennero integrate nella tradizione cristiana, assumendo il significato di un’ultima occasione di festa prima del tempo di penitenza e riflessione. Con il Mercoledì delle Ceneri, la Chiesa apre le celebrazioni della Quaresima, un periodo di quaranta giorni di digiuno, preghiera e conversione spirituale in preparazione alla Pasqua. Questo tempo è ispirato ai quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto, un periodo di prova e di lotta interiore, ma anche di rinnovamento e vicinanza a Dio.

Mentre il Carnevale esprime l’abbondanza e il divertimento, la Quaresima è caratterizzata dall’essenzialità e dalla sobrietà. Il cristiano è chiamato a mettere da parte l’effimero e a riscoprire il valore della preghiera, del sacrificio e della carità. Il contrasto tra questi due periodi non è casuale, ma voluto: la Chiesa ha sempre riconosciuto la necessità di momenti di festa, che però devono essere seguiti da tempi di riflessione e crescita spirituale.

Nella tradizione popolare, il passaggio dal Carnevale alla Quaresima è sempre stato scandito da riti simbolici. In molte culture europee, il Martedì Grasso rappresentava l’ultima occasione per consumare i cibi più ricchi prima del periodo di magra. Nella stessa logica, le celebrazioni carnevalesche culminavano spesso con il “funerale del Carnevale”, un rito che simboleggiava la fine del tempo della festa e l’ingresso nella Quaresima.

Questa alternanza tra festa e penitenza riflette un principio fondamentale della vita cristiana: ogni eccesso deve essere bilanciato dalla moderazione, e la vera gioia non può essere solo materiale, ma deve trovare il suo compimento in una dimensione più profonda, quella spirituale. Il rapporto tra Carnevale e Quaresima, quindi, è un legame storico e culturale che va oltre il semplice susseguirsi di due periodi dell’anno. Si tratta di un percorso che accompagna l’uomo in una riflessione sulla propria esistenza: dalla frenesia e dall’abbondanza alla riscoperta di ciò che è essenziale, in un cammino che conduce alla vera rinascita, quella pasquale. (Nella foto in evidenza particolare di “Lotta tra Carnevale e Quaresima”, Bruegel)

L’articolo Carnevale e Quaresima, il senso di un passaggio: dalla festa alla rinascita proviene da Avvenire di Calabria.