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Stemma e Motto

Lo Stemma
Blasone: d’azzurro, al mare fasciato ondato d’argento e del campo, attraversato da uno stelo di aspetto cruciforme verdeggiante e germogliante da un chicco di grano spaccato al naturale, il tutto sormontato da tre stelle a 6 punte d’oro male ordinate.
Lo scudo: accollato ad una croce astile doppia trifogliata d’oro, gemmata di 8 pezzi di rosso, e timbrato da un cappello prelatizio a dieci nappe per lato, il tutto di verde, con il pallio pendente sotto la punta dello scudo.
Lo stemma episcopale di S. E. Rev.ma Mons. Fortunato Morrone vuole richiamare, attraverso la stilizzata raffi gurazione del mare, il luogo della sua origine, Isola Capo Rizzuto (Kr), e l’antica

Sede dell’Arcidiocesi Metropolitana situata sulla punta estrema della penisola italiana, affacciata sullo stretto di Messina, circondata a Sud, ad Est ed Ovest dal mare, da sempre crocevia di popoli, luogo di incontro e di scambi culturali: Reggio Calabria-Bova. In araldica, il mare è simbolo della predicazione del Vangelo che Gesù risorto affidò ai suoi apostoli e ai loro successori, tra cui il beato Paolo che nella primavera del 61 d. C. (ab immemorabili si tramanda il 21 maggio di quell’anno) evangelizzò la prima costa continentale europea del suo viaggio verso Roma, l’antica Rhegium. Riferiscono gli Atti degli apostoli (28,13a): perielthontes katentesamen eis Rhegion. La Vulgata latina traduce: Deinde circumlegentes devenimus Rhegium. E la versione della traduzione della Bibbia CEI (2008): «Salpati di qui (Siracusa) giungemmo a Reggio …».
Alla base dello scudo è collocato un chicco di grano che si spacca e produce un germoglio, di aspetto cruciforme. Esso vuole ricordare le parole di Gesù nel vangelo secondo Giovanni (12,24): “In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.”

L’immagine, dunque, significa il dono della vita di Cristo offertosi al Padre sulla croce, ove è manifestata la sua gloria ed è esplosa la vita per tutti quelli che credono in lui. Il seme germogliato si innalza verso tre stelle che richiamano il mistero della Santissima Trinità. Cristo che con la sua croce ha glorificato il Padre ed è innalzato a quella gloria che aveva accanto a lui prima della creazione del mondo, innalza con la vitalità dello Spirito Santo il cristiano, introducendolo nel mistero dell’amore trinitario.

Il Motto: Adiutores gaudii vestri
Il Motto dell’Arcivescovo Morrone riprende le parole di San Paolo al termine del primo capitolo della seconda lettera ai corinzi: «Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete già saldi» (2Cor 1,24). La crescita nella fede che porta alla partecipazione del credente alla vera gioia, quella della vita eterna, è certamente opera di Dio. L’Apostolo cerca di assolvere al compito di collaborare con Dio per favorire la gioia dei corinzi.