Si è trattato di un’esperienza di pregio per almeno due motivi: innanzitutto perché tale da rendere, ancora una volta, accessibile ai disabili il patrimonio culturale del Museo diocesano e, insieme, perché esito della collaborazione con l’Ufficio catechistico diocesano, con il quale già da qualche anno il Museo progetta le attività di arte e catechesi rivolte alle comunità parrocchiali denominate “Catechismo al Museo”.
Incontro e condivisione di eventi tra il Museo diocesano ed alcuni uffici diocesani è ormai una consuetudine virtuosa che arricchisce ciascuno: con la collaborazione dell’Ufficio per l’insegnamento della religione cattolica si formula annualmente “Tutto un altro Museo”, proposta di attività didattiche alle Scuole dell’infanzia, primaria e secondaria; con l’Ufficio per la pastorale familiare si condividono le iniziative annuali legate a laboratori creativi per bambini note come “Famiglie al Museo”; con il Coordinamento diocesano migranti e la Caritas diocesana, in occasione della Giornate nazionali 2016, si è promosso l’evento “Se scambio cambio”, reading letterario e mostra fotografica con il coinvolgimento attivo di minori migranti ospiti di comunità diocesane; con l’Ufficio missionario le Giornate nazionali dei musei ecclesiastici 2017, nell’ambito delle quali è stata organizzata una raccolta di generi alimentari in favore dell’Emporio della solidarietà Genezareth.
Il Museo diocesano, dotato dei requisiti di accessibilità ai disabili per quanto attiene all’eliminazione delle barriere architettoniche, si apre da sempre ad esperienze che, valorizzando le buone pratiche rivolte all’inclusione, facilitino il raggiungimento della piena accessibilità delle collezioni museali anche alle persone con disabilità sensoriali e cognitive. Particolare consuetudine lega il Museo ad alcune realtà diocesane che si prendono cura di persone con disabili: le visite dei ragazzi di Agi2000 e della Piccola opera papa Giovanni, solo per citare le più recenti esperienze, sono occasione frequente per illustrare il patrimonio museale con linguaggio semplificato, accorto e attento sul fronte dalla comunicazione e dell’aiuto alla comprensione e fruizione dell’opera.
Il Museo diocesano si propone, quindi, quale luogo di inclusione sociale, impegnato sia a sensibilizzare i visitatori al principio dell’accoglienza che ad abbattere le barriere, materiali e immateriali, fisiche e intellettuali che possano comportare l’esclusione di pubblici speciali dalla vita culturale della comunità. Esperienze simili, proprie di un Museo che voglia dirsi “senza frontiere”, divengono così preziosa consuetudine che esige, al contempo, formazione e aggiornamento degli operatori museali.