Dal 4 al 9 novembre si è svolto a Napoli il Festival delle Donne. II tema scelto è stato quello dell’incontro, affrontando il quale è stato possibile mettere in evidenza la capacità delle donne di costruire ponti per far crescere la comunità, sia civile che religiosa, oltre e contro ogni discriminazione. Al centro dei lavori, dunque, la forza della figura femminile, capace di dialogo e convivenza pacifica.
La diocesi di Reggio Calabria al festival delle donne di Napoli
Nel pomeriggio di giorno 7 don Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, ha incontrato cinque diocesi italiane, Reggio Calabria – Bova, Catania, Palermo, Mantova e Verona, per condividere esperienze sulla valorizzazione del ruolo delle donne nella Chiesa. Qui il link su temi e partecipanti: https://www.donneindialogonapoli.it/sorelle-diocesi
L’occasione rientra nella rete di condivisione che, a partire dall’esperienza della Chiesa di Napoli, sette diocesi italiane (Cassano allo Ionio, Catania, Napoli, Mantova, Palermo, Reggio Calabria – Bova e Verona) hanno costituito per aprirsi allo scambio di buone pratiche sul territorio e alla messa in comune di idealità e prospettive.
Ecco le buone pratiche per una Chiesa che “guarda” alle donne
Da qui l’inizio una sorta di “sorellanza” ecclesiale, con l’intento di far conoscere e condividere il patrimonio di contributi religiosi, culturali e sociali delle donne all’interno delle singole Diocesi; favorire l’approfondimento del testo sacro secondo una prospettiva offerta dagli studi sulle donne e dall’esegesi femminista; promuovere la ricerca e lo studio attraverso adeguati corsi di formazione di teologia delle donne; potenziare ministeri e servizi pastorali affidati alle donne sul territorio; incrementare il dialogo interreligioso in un percorso che getti i ponti sulle altre rive del Mediterraneo con le donne di altri Paesi e culture.
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Ma anche attivare pratiche e moltiplicare percorsi formativi per combattere l’emarginazione delle donne, la loro discriminazione, le violenze che subiscono, il non riconoscimento dei loro diritti, attraverso un dialogo aperto anche con le altre donne non praticanti, ma impegnate a difesa della dignità femminile; coltivare e verificare a ogni livello della formazione una seria attitudine nei ministri ordinati a rapporti trasparenti, paritari e cooperativi con le donne in ambito ecclesiale e civile.
La lettera pastorale dell’arcivescovo di Reggio Calabria, spunto di riflessione
Nella lettera pastorale dell’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, monsignor Fortunato Morrone, “Al passo di Gesù” si legge: «Figure femminili di alto profilo credente e culturale hanno già arricchito la nostra Arcidiocesi, e tante altre sostengono con la loro presenza ministeriale più degli uomini le nostre comunità parrocchiali. Di tanta generosa e semplice, ma incisiva, azione pastorale siamo a loro grati nel Signore».
Ancora la lettera di Morrone: «La riconoscibilità del loro operato non può che passare anche per compiti di responsabilità pastorale, teologico e amministrativo, non come concessione benevola o per ottemperare ad una sorta di quota rosa, ma per l’unica dignità battesimale che esalta l’alterità, i doni carismatici, le capacità e le competenze professionali delle singole persone credenti nella Chiesa, armonizzandole nella comunione in Cristo (…) è palese la grande risorsa che le donne e le consacrate esprimono, la loro grande partecipazione alle varie attività ecclesiali dovrebbe avere un esito di riconoscibilità in termini di compiti pastorali significativi e nell’ambito di processi decisionali che riguardano la nostra Chiesa» (pp. 55-57).
La testimonianza: Il contributo delle donne nella diocesi di Reggio Calabria – Bova
Con questo sfondo l’incontro del 7 novembre ha consentito di evidenziare i tanti ruoli di responsabilità al femminile nella nostra arcidiocesi, l’offerta di corsi di formazione di teologia delle donne da parte dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose, i contributi del Museo diocesano, della Biblioteca diocesana, dell’Istituto Superiore di formazione politico – sociale, del Servizio diocesano tutela minori, fragili e vulnerabili, del Servizio diocesano per la pastorale giovanile e dell’Ufficio per la pastorale della famiglia, della Caritas e del Servizio di Pastorale scolastica, delle scuole cattoliche gestite da donne, le buone pratiche accanto alle donne vittime di tratta e sessualmente sfruttate, alle migranti ed ai minori che approdano nella nostra terra.
In un susseguirsi di eventi, spettacoli e performance artistiche, prezioso è stato incontrare e ascoltare diocesi sorelle, per riflettere non solo sulla sofferenza, ma soprattutto sulla forza, la determinazione e la responsabilità dell’essere donna in un mondo complesso, perché chiamati – come ha affermato don Mimmo Battaglia – a costruire insieme una Chiesa in cui donne e uomini possano esprimere i doni dello Spirito Santo, per creare spazi di collaborazione più ampi e soprattutto più autentici.
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