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Dopo il documento del Papa parla la preside: «La Letteratura è fondamentale nella rinascita dell’animo umano»

Il «valore della lettura di romanzi e poesie nel cammino di maturazione personale»: una riflessione a margine del documento del Santo Padre pubblicato ieri.

Italo Calvino chiude “Le città invisibili” in modo mirabile: mentre Marco invita Kublai a cercare la città perfetta, questi, di contro, cinico e arido di speranza, sostiene che ormai «Tutto è inutile … l’ultimo approdo non può essere che la città infernale».

Marco, quindi, invita Kublai ad uno sguardo diverso: «L’inferno dei viventi, – dice – non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».

Il discernimento, tappa essenziale di ogni lettura

Come si fa a discernere chi e cosa, in mezzo all’inferno, tale non è? Come lo si può mantenere in vita nel tempo? Come possiamo costruirgli dimora?

In questo tempo del riposo estivo in cui molti di noi hanno la possibilità di ritagliare uno spazio privilegiato al piacere della lettura, la lettera del Santo Padre, indirizzata ai seminaristi, ma di fatto agli operatori pastorali e a tutti cristiani, ci ricorda il “valore della lettura di romanzi e poesie nel cammino di maturazione personale”, offrendo, a chi ha cuore la propria formazione e a chi vive la responsabilità educativa e formativa, una pista di riflessione e ricerca, ricchissima di spunti, per il discernimento personale e comunitario.

La letteratura ci aiuta a riconoscere chi e cosa in mezzo all’inferno – alle fatiche dell’esistenza segnate da stanchezza, rabbia, delusione, fallimento, ingiustizia – inferno non è.

La lettura, attraverso la narrazione, consente un approccio a se stessi, all’altro, alla comunità, alla vita con uno sguardo oggi sempre meno praticato a causa – osserva il Papa – “della onnipresenza dei media, dei social, dei cellulari e di altri dispositivi”: leggere allena uno sguardo che va in profondità, attivo, creativo, dunque, fecondo. La letteratura, infatti, – ci dice Papa Francesco – è “un accesso privilegiato al cuore della cultura umana e più nello specifico al cuore dell’essere umano”; “entra in un rapporto intimo con la nostra esistenza concreta, con le sue tensioni essenziali, con i suoi desideri e i suoi significati”, in quanto in relazione “con ciò che ciascuno di noi desidera dalla vita”; ci immerge nella bellezza dell’ umano, di “quella carne fatta di passioni, emozioni, sentimenti, racconti concreti, mani che toccano e guariscono, sguardi che liberano e incoraggiano, di ospitalità, di perdono, di indignazione, di coraggio, di intrepidezza: in una parola, di amore”.

L’importanza della lettura per la crescita di ciascuno

Nella cultura del tempo dominata dalla fretta e dalla superficialità, leggere educa, ci ricorda il Papa, a rallentare per ascoltare ed accogliere l’altro; per lasciare spazio anche al dubbio attraverso l’esercizio del pensiero e della contemplazione; ci insegna “a cercare ed esplorare la verità delle persone e delle situazioni”, “ci aiuta a dire la nostra presenza nel mondo” aiutandoci a fuggire il rischio della semplificazione e infondendo in noi il coraggio di abbracciare la complessità; ci insegna a gestire il potere della parola che con le sue infinite sfumature illumina, promuove e libera; allena la nostra intelligenza in chiave “divergente” nel farci sperimentare punti di vista nuovi per raccontare gli eventi e porsi di fronte ad essi in maniera critica.

Il Santo Padre, dunque, nel rivolgersi in modo privilegiato ai futuri presbiteri, ci ricorda che la letteratura, “palestra di discernimento”, racconta la vita tra dolori e gioie, mancanza e dono, contraddizioni e fedeltà, cadute e slanci, sfiducia e speranza, rassegnazione e coraggio.
Torna alla memoria il finale de “La giornata di uno scrutatore” in cui Calvino ci lascia intravedere dentro la città imperfetta l’immagine della città perfetta.

Il protagonista, lo scrutatore Amerigo, vede delle donne nane attraversare, a fatica, il cortile mentre spingono una carriola carica di fascine. Sopraggiunge un’altra donna “grande come una gigantessa” e la spinge, quasi di corsa, e sorride, e dopo di lei tutte sorridono. Amerigo capisce che “anche l’ultima città dell’imperfezione ha la sua ora perfetta, […] l’ora, l’attimo, in cui in ogni città c’è la Città”, l’attimo in cui in ogni esistenza vive il Paradiso.

* Dirigente Scolastico IT Panella – Vallauri

L’articolo Dopo il documento del Papa parla la preside: «La Letteratura è fondamentale nella rinascita dell’animo umano» proviene da Avvenire di Calabria.