«Chi di Speranza vive, risorge ogni giorno». Con questa variatio del proverbio originale, l’arcivescovo Fortunato Morrone ha voluto racchiudere il tema semplice ma essenziale dell’incontro con i giovani della zona Gallico-Catona-Aspromonte, riunitisi in occasione della visita pastorale che si è svolta nelle giornate dell’8, 9 e 10 ottobre.
I giovani della zona Gallico-Catona-Aspromonte a confronto con il vescovo Morrone
I giovani hanno risposto a questa chiamata, tantissimi, circa duecento. Una chiesa stracolma di gioia e di giovani sempre più vicini, sempre più desiderosi di camminare insieme. I giovani non sono lontani dalla Chiesa, hanno bisogno di sentirsi accolti, cercati, amati. È quello che hanno trovato nelle loro guide, i parroci, insieme alla passione e all’amore che coinvolge, che si mette all’opera, che li fa sentire parte di una comunità anche oltre gli orizzonti della propria parrocchia.
L’incontro ha visto protagonisti i giovani delle varie comunità parrocchiali, che hanno condiviso sia momenti di preghiera e confronto, sia momenti di musica e convivialità. Si è svolto a Santo Stefano in Aspromonte, ospitati dalla parrocchia Santo Stefano Protomartire.
L’esortazione: «Gareggiate nello stimarvi a vicenda»
L’arcivescovo ha aperto la serata commentando l’esortazione di san Paolo nella Lettera ai Romani: «gareggiate nello stimarvi a vicenda», affinché, grazie a un lavoro sinergico fra le parrocchie, l’interfacciarsi con le realtà più vicine diventi uno stimolo per crescere e migliorarsi. Difatti, il periodo di preparazione alla visita è stato colmo di appuntamenti che hanno consentito uno scambio di idee e proposte per individuare le criticità, ma soprattutto per esaltare le potenzialità che caratterizzano la realtà territoriale.
La volontà di mettere in atto quanto emerso dal cammino sinodale diocesano, ovvero la necessità di socializzare, creare ponti, trovare nell’altro un’occasione di arricchimento personale, si è concretizzata nell’organizzazione di un progetto che ha avuto inizio proprio da questa esperienza di comunione fra giovani.
Il desiderio dei giovani: incontrarsi e darsi da fare
Dopo l’elaborazione di varie idee, sono stati individuati diversi momenti da strutturare nel corso della serata. La proposta è stata da subito accolta con entusiasmo, nato dal desiderio di incontrarsi e darsi da fare. I singoli gruppi hanno dunque avuto l’opportunità di mettersi in gioco nella cura delle attività da organizzare, vivendo non solo l’esperienza della collaborazione, ma soprattutto la possibilità di condividere la gioia dello stare insieme al passo di Gesù. In particolare, è stato curato uno schema di preghiera incentrato sull’importanza della Speranza, metaforicamente rappresentata come una candela che alimenta e fa quindi ardere, a loro volta, la Fede, l’Amore e la Pace, fondamenta della vita cristiana.
Successivamente, si è percorso un cammino intervallato da letture tratte dal Vangelo e dagli scritti del Pontefice, inerenti alle comuni tappe di un viaggio. Ogni “fermata”, grazie alle riflessioni proposte, ha consentito di focalizzare l’attenzione sul valore dei sette verbi incontrati: decidere, prepararsi, partire, camminare, arrivare, ritornare e raccontare. In questo modo, è stato possibile trovare un riscontro delle esperienze personali vissute da ciascuno, a ulteriore dimostrazione di quanto i nostri cammini, seppur differenti ed unici, possano incontrarsi ed essere simili.
Verso il Giubileo: al centro la “Speranza”
Il cammino ha avuto come punto d’arrivo la piazza, in cui, tramite il canto, il ballo e delle brevi scene recitate, sono state trattate le cruciali tematiche del rapporto tra i giovani e la realtà della Chiesa, dell’amicizia e dell’amore genitoriale. Un altro momento più “frizzante” è stato gestito con la formulazione di simpatici rebus e slogan da comporre in modo interattivo, per diffondere messaggi di solidarietà e fraternità.
Infine, dopo aver raccolto i pareri che i giovani hanno voluto trasmettere all’arcivescovo Fortunato, attraverso la creatività che ha permesso di gioire insieme dell’opportunità vissuta, si è potuto far tesoro dell’affermazione: «gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8). Questo è stato probabilmente uno dei passaggi più significativi dell’incontro. In un contesto storico in cui l’egoismo sembra imperare, nello scenario delle guerre e dei conflitti, risulta imprescindibile riscoprire quanto possa giovare al bene comune fare dono di sé. Bisogna dunque offrire le proprie capacità, abbracciando l’eterogeneità come risorsa, aprire il cuore all’altro partendo da chi è più vicino e, insieme, raggiungere i “lontani”. Centrale è stata l’idea che il bene possa generare solo ulteriore bene, che la Speranza debba essere la luce sempre accesa nella nostra vita.
A far vibrare ancora di più il cuore di tanti giovani e dei loro parroci è stata la gioia che traspariva dal volto del nostro amato arcivescovo, mentre incoraggiava a non perdere di vista la bellezza di questo incontro. Questo disegno, infatti, non si esaurisce nell’unica serata tenutasi lo scorso 9 ottobre, ma vuole essere un punto di inizio in prospettiva di un cammino condiviso che porti sempre più crescita e unione.
L’articolo Reggio Calabria, l’esortazione di Morrone ai giovani della zona Gallico-Catona: «Gareggiate nello stimarvi a vicenda» proviene da Avvenire di Calabria.