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Il Papa apre il Sinodo sulla sinodalità: «Non è un raduno politico»

Il tema scelto: «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione». Accanto al Papa, questa mattina, in occasione dell’apertura della XVI Assemblea generale del Sinodo dei vescovi c’erano anche i 21 nuovi cardinali creati nel Concistoro di sabato scorso e il Collegio cardinalizio.

364 membri tra cardinali, vescovi, religiosi provenienti da tutto il mondo, più il Papa, di cui 70 laici (54 le donne) – per la prima volta con diritto di voto alla pari dei padri sinodali -, si riuniranno da oggi fino al 29 ottobre per quattro settimane, scandite da diversi appuntamenti, nell’Aula Paolo VI in Vaticano.

Durante l’omelia della Messa per l’apertura del Sinodo, il Papa ha messo in guardia l’intero popolo di Dio, rappresentato in piazza San Pietro, dal «cadere in alcune tentazioni pericolose: di essere una Chiesa rigida, una dogana, che si arma contro il mondo e guarda all’indietro; di essere una Chiesa tiepida, che si arrende alle mode del mondo; di essere una Chiesa stanca, ripiegata su sé stessa».

«Camminiamo insieme: umili, ardenti e gioiosi», l’invito ai 365 membri del Sinodo. «Camminiamo sulle orme di San Francesco d’Assisi, il Santo della povertà e della pace, il “folle di Dio” che ha portato nel corpo le stigmate di Gesù e, per rivestirsi di lui si è spogliato di tutto».

«Com’è difficile questa spogliazione, interiore ed esteriore, di tutti noi, anche delle istituzioni!», ha esclamato a braccio: «San Bonaventura racconta che, mentre pregava, il Crocifisso gli disse: “Va’ e ripara la mia chiesa”». «Il Sinodo serve a ricordarci questo», ha concluso il Santo Padre.

«La nostra Madre Chiesa ha sempre bisogno di purificazione, di essere “riparata”, perché noi tutti siamo un popolo di peccatori perdonati, sempre bisognosi di ritornare alla fonte che è Gesù e di rimetterci sulle strade dello Spirito per raggiungere tutti col suo Vangelo». L’esempio è ancora quello di Francesco di Assisi, che «in un tempo di grandi lotte e divisioni, tra il potere temporale e quello religioso, tra la Chiesa istituzionale e le correnti eretiche, tra i cristiani e altri credenti, non criticò e non si scagliò contro nessuno, imbracciando solo le armi del Vangelo: l’umiltà e l’unità, la preghiera e la carità».

«Facciamo anche noi così! E se il Popolo santo di Dio con i suoi pastori, da ogni parte del mondo, nutre attese, speranze e pure qualche paura sul Sinodo che iniziamo, ricordiamo ancora che esso non è un raduno politico, ma una convocazione nello Spirito; non un parlamento polarizzato, ma un luogo di grazia e di comunione».

«Il momento di più frutto nel Sinodo sono i momenti di preghiera, anche l’ambiente di preghiera col quale il Signore agisce in noi», l’aggiunta a braccio: «Lo Spirito Santo, poi, spesso frantuma le nostre aspettative per creare qualcosa di nuovo, che supera le nostre previsioni e le nostre negatività. Apriamoci a lui, lasciamo che sia lo Spirito Santo il protagonista del Sinodo. E con lui camminiamo, nella fiducia e con gioia».