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Roghudi, il «corale grazie» alle sorelle della fraternità “Shalom”

Il 16 aprile, durante la celebrazione della Messa in Albis, la comunità, in lacrime, ha salutato con infinita riconoscenza le suore della fraternità “Shalom” che si sono spese al servizio della gente. La Celebrazione gremita di fedeli provenienti anche dai comuni limitrofi, è stata presieduta dal vescovo monsignor Fortunato Morrone, con don Fabrizio e i confratelli della Zona pastorale di Melito.

Hanno partecipato il sindaco di Roghudi Pierpaolo Zavettieri e l’amministrazione comunale tutta. Dopo il saluto del vescovo il sindaco sottolineando la loro presenza «preziosa e silenziosa» ha consegnato targhe ricordo come segno di gratitudine e affetto. I rappresentanti dei gruppi parrocchiali hanno, poi, espresso i loro sentimenti per l’insostituibile servizio. «Una pagina non piccola e non trascurabile della storia della nostra comunità. Sono state scritte righe preziose con parole e gesti, con il silenzio e la preghiera, con l’inchiostro di Dio».

«Gli innumerevoli segni d’amore e fede che avete seminato in questi anni, non smettono di germogliare e portare frutto. Suor Elia – ancora la testimonianza – è la nostra “Wonder Woman” con un bellissimo potere: riesce a capirti con un solo sguardo, ti legge dentro, combatte contro le tue paure e come un super eroe ti aiuta a vincerle. Suor Noemi ha un modo speciale di dirti “Ti voglio bene” lo fa spronandoti a dare tutta te stessa agli altri e in cambio, avendola accanto, riceverai tutta sé stessa. Suor Renata è gioia: la guardi e ti rassereni, ti rende felice col suo sorriso contagioso».

«Nonostante le difficoltà – ancora il ringraziamento – nel tempo siete divenute il pilastro della comunità di Roghudi e anche di quelle vicine, sarà difficile andare avanti da soli senza la vostra materna compagnia; ma cercheremo con il nostro sì di portare avanti il percorso intrapreso insieme guardando a Colui che è il centro della vostra vita».

Il loro messaggio educativo e spirituale ha contribuito alla crescita dei bambini di ieri, oggi adulti migliori. Hanno coadiuvato i parroci, curando cenacoli evangelici, occupandosi dei malati e bisognosi della parrocchia – senza distinzione di etnia e religione perché tesoro geloso da custodire e presenza di Cristo sofferente nella comunità.

In questi 10 anni hanno svolto la loro missione facendo risplendere la Parola di Dio anche in luoghi e contesti non usuali, chiedendo l’aiuto di vari laici che hanno così scoperto il piacere di sentirsi parte attiva della Chiesa. Simbolico è il “Sabato santo delle donne”, esperienza condivisa solo dalle donne che ripercorrendo il fascino struggente dell’attesa, di buon’ora si recano in preghiera al “sepolcro” (cimitero del paese). Nei nostri cuori il loro motto d’amore: «Andate ed evangelizzate!».