“I cari parenti”, adattamento teatrale dell’omonimo romanzo di Saverio Strati è una commedia dal genere “amaro” che descrive la situazione che si viene a creare in una ristretta famiglia composta dal padre, don Antonio, e dalla figlia, Mariarosa, dopo la notizia che quest’ultima ha ereditato una grossa fortuna da una lontana comare d’America. Un evento che innesca a catena una serie di altri avvenimenti, facendo emergere tutta una serie di problematiche non risolte all’interno del gruppo familiare. Fino ad un epilogo buffo e a sorpresa.
Insomma un’occasione per passare un paio di ore all’insegna del divertimento, ma anche per riflettere su questioni legate all’attualità. Al di là del significato e del valore in sé della rappresentazione, tuttavia, lo spettacolo che sarà allestito anche grazie al contributo del Club Serra di Reggio Calabria, del Lions Club “Fata Morgana” di Villa San Giovanni e dell’Associazione culturale “Le Muse” ha un altro nobile fine: sostenere le attività formative del Seminario arcivescovile di Reggio Calabria e le vocazioni sacerdotali.
«Proprio attraverso il teatro abbiamo pensato di renderci utili per promuovere questa realtà molto importante per il territorio e per la diocesi di Reggio Calabria – Bova», spiega il regista della Bottega di Giangurgolo, Oreste Arconte che è anche il presidente del Club Serra di Reggio Calabria.
Il movimento laicale presente in riva allo Stretto da vent’anni ha come finalità proprio il sostegno delle vocazioni al sacerdozio ministeriale e alla vita religiosa consacrata, non solo mediante la preghiera, ma anche l’amicizia ed ogni altro tipo di attività. E quale migliore occasione se non un momento dall’alto valore culturale e aggregativo per lanciare questo importante messaggio?
«Abbiamo scelto non a caso il teatro, calabrese, ispirato alla poetica dei romanzi Saverio Strati, per dire che siamo tutti chiamati a promuovere il nostro territorio sia dal punto di vista culturale che dal punto di vista spirituale», ancora Arconte. «La vera ricchezza della Chiesa e delle vocazioni – aggiunge – sono i fedeli. Ed è a loro che chiediamo un contributo, insieme al territorio, per sostenere la formazione dei nostri futuri presbiteri».
La rappresentazione al “Cilea” di stasera «è un’occasione importante per riscoprire, insieme, i nostri autori, ma anche per sostenere un’importante istituzione del nostro territorio», ha motivo di ritenere Giuseppe Livoti, presidente dell’Associazione “Le Muse”. Da qui l’invito suo, degli altri club service e dello stesso regista, «a non mancare all’appuntamento. Attraverso un piccolo contributo sarà una doppia occasione per valorizzare le risorse culturali e spirituali del nostro territorio».