Il Vangelo di questa prima domenica ci narra la pagina delle tentazioni di Gesù nel deserto. In essa troviamo tutte le indicazioni per vivere al meglio questo tempo di grazia. Lo esaminiamo insieme mettendo in luce alcune parole chiave non solo per comprenderne meglio il loro significato, ma per vivere illuminati dalla Parola Dio e far sì che la Quaresima sia davvero per noi occasione preziosa per un sincero ritorno all’amore di Dio e dei fratelli.
Deserto. È la prima parola posta nel vangelo di oggi. Esso si presenta con il suo carico di aridità e di arsura, di vuoto e di incertezza, eppure a noi viene proposto come luogo quasi necessario per un vero cammino di fede e di interiorità. Quanti deserti dentro e fuori di noi! Deserti che Dio non ci dice di fuggire o di sfatare, ma di affrontare e di combattere perché anche dalla forma più forte di sofferenza e di privazione può venire un grande bene per la nostra vita umana e spirituale. Non a caso Matteo ci dice che “Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto”.
Diavolo. Una presenza certamente da riconsiderare con adeguato equilibrio e responsabilità. Molti oggi dichiarano che non se ne parla più abbastanza, forse per non infondere paura e angoscia, o perché si preferisce ignorarlo. Difatti circa questa realtà possono sorgere non poche difficoltà, se non compresa nella sua giusta dimensione: non si tratta di di vedere il Maligno in ogni minima negatività della vita, riducendo l’esperienza cristiana a un grande esorcismo e i pastori ad agguerriti combattenti contro Satana. È pur vero che qualcuno del settore ci dice che “il successo del diavolo sta proprio nel fatto di essere ignorato”, lasciando a lui campo libero di agire e operare indisturbato. Il Vangelo di oggi ci dà indubbiamente il modo giusto per una equilibrata considerazione del male, che papa Francesco ha racchiuso in un’espressione interessante: “Con il diavolo non si discute”, ossia non bisogna mettersi a dialogare con lui, trascurando la sua astuzia e sminuendo la sua cattiveria, ma bisogna combatterlo con la potentissima arma della Parola di Dio. Ecco perché non finiremo mai di approfondire e conoscere la Parola di Dio, memori che “ignorantia Scripture ignorantia Christi est” (S. Girolamo), e che solo conoscendo Cristo e tenendo fisso lo sguardo su di Lui possiamo vincere le tentazioni e superare anche le più difficili prove della vita.
Tentazione. Anche questa parola è meno compresa e poco presente nel nostro vocabolario. Il motivo sta nel fatto che persino noi cristiani stiamo perdendo il senso e la consapevolezza del peccato. Non si può parlare di peccato, né tanto meno di tentazione, se anche noi ci facciamo prendere dalla diffusa mentalità del “che male c’è” o del “così fan tutti”. Il compianto papa Benedetto XVI lo ricordava con queste parole: “Se si elimina Dio dall’orizzonte del mondo non si può parlare di peccato. Come quando si nasconde il sole spariscono le ombre, così l’eclissi di Dio comporta necessariamente l’eclissi del peccato”, e aggiungeva che “il senso del peccato – che è cosa diversa dal senso di colpa come lo intende la psicologia – si acquista solo riscoprendo il senso di Dio”. Comprendiamo allora che non ha senso dire che ci vogliamo preparare spiritualmente alla Pasqua se non rimettiamo al primo posto Dio, se non ci facciamo rivestire della sua forza e abbracciare dalla sua misericordia per combattere e vincere il male e il peccato.
Il cammino quaresimale va allora vissuto nella gioia di chi sa che nell’ora della prova Dio è dalla nostra parte e che alla fine il bene vince sempre sul male, perché Dio è più forte di Satana, in quanto procede con la forza della verità e dell’amore e non dell’astuzia e dell’inganno. Da qui la nostra disponibilità ad affrontare sì un combattimento spirituale forte e impegnativo, ma anche la certezza di una vittoria certa e definitiva, che la liturgia di oggi esprime con questa bella preghiera: “O Dio che conosci la fragilità della natura umana ferita dal peccato, concedi al tuo popolo di intraprendere con la forza della tua Parola il cammino quaresimale, per vincere le tentazioni del maligno e giungere alla Pasqua rigenerato nello spirito”.