La Giornata di sensibilizzazione per il Seminario è una giornata in cui ciascun parroco ha la facoltà di organizzare al meglio sia la sensibilizzazione per la colletta per il Seminario diocesano che momenti di catechesi e soprattutto di preghiera che vertano sul senso e sul significato della vocazione, in particolar modo quella alla vita consacrata.
Allo stesso tempo, ogni componente della comunità diocesana viene invitato a mettere al centro della propria riflessione il dono delle vocazioni al sacerdozio.
Nella lettera di invito inviata a tutta la comunità diocesana – in particolare ai sacerdoti – il rettore del Seminario arcivescovile Pio XI, don Antonino Pangallo, a nome di tutta l’equipe formativa, ringrazia «sacerdoti, laici, comunità che in vario modo si stanno prendendo cura della nostra realtà ecclesiale».
La Comunità del Seminario arcivescovile di Reggio Calabria – Bova, è formata attualmente da 21 seminaristi. «Con grandi sacrifici – fa sapere il rettore – si sta cercando di non far mancare ciò che è necessario al cammino formativo di ciascun seminarista», per questo è indispensabile l’aiuto di tutti.
Da qui il rinnovato invito «a mettere al centro della vita comunitaria parrocchiale la preghiera per il nostro Seminario, l’impegno nell’accompagnamento vocazionale, ma anche la prossimità verso i bisogni dei seminaristi». Anche a questo serve la Giornata di sensibilizzazione per il Seminario.
La Giornata di domenica sarà seguita da un altro momento volto a sostenere le vocazioni sacerdotali. Lo spettacolo di beneficenza in favore del Seminario arcivescovile dal titolo “I cari parenti”, sarà messo in scena martedì 7 marzo, alle 21, sul prestigioso palcoscenico del Teatro comunale “Francesco Cilea” di Reggio Calabria. Si tratta di una Commedia in due atti a cura della Bottega Teatrale di Giangurgolo, per poter partecipare è prevista un’offerta minima di 10 euro.
La commedia, per la regia di Oreste Arconte, è tratta dall’omonimo romanzo del celebre scrittore calabrese Saverio Strati. È un genere “amaro” e descrive la situazione che si viene a creare in una ristretta famiglia composta da padre, don Antonio e figlia, Mariarosa, dopo la notizia che quest’ultima ha ereditato una grossa fortuna da una lontana comare d’America. Una storia ricca di metafore sulla condizione della donna nella società di oggi e su una politica fondata ancora su interessi e clientele.
Al di là del significato e del valore in sé della rappresentazione, lo spettacolo si propone di sostenere le attività formative del Seminario di Reggio Calabria e le vocazioni sacerdotali. Hanno contribuito all’allestimento il Club Serra di Reggio Calabria, il Lions Club Fata Morgana di Villa San Giovanni e l’Associazione culturale le Muse di Reggio Calabria.