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Il silenzio e l’ascolto: i due grandi atti d’amore di Giuseppe

Avvento, attesa della nascita del Messia

Il loro esempio e la loro fede divengono per noi modelli di chi sa decentrarsi per far spazio a Dio e alla sua volontà nelle proprie scelte. Ma a differenza di Giovanni prima e di Maria dopo, Giuseppe non predica, non parla, non chiede, ma obbedisce in silenzio. Questo atteggiamento non dice certo sottomissione irresponsabile o ancor peggio infondatezza e superficialità nel decidere; il silenzio di Giuseppe non è mai assenza di pensiero e di idee, ma è fiducia piena e incondizionata alla volontà di Dio che sa certamente quel è la cosa buona e giusta da fare, sempre.

Giuseppe si trova davanti a un fatto compiuto e per un certo verso increscioso. La sua promessa sposa, prima che andassero a vivere insieme, si trovò in cinta. Lo stesso Vangelo aggiunge e precisa “per opera dello Spirito Santo”, con il chiaro intento di ribadire la perfetta verginità di Maria e precisare che quella gravidanza era avvenuta senza alcun concorso umano, confermando così quanto la stessa Maria aveva detto all’angelo nel momento dell’annunciazione, quando chiese: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. Lo Spirito Santo allora diventa il protagonista, e diremmo primo responsabile di questo lieto evento: ma come spiegarlo alla gente? Sì, credo che una delle maggiori preoccupazioni del povero Giuseppe sarà stato proprio il pensiero della sua figuraccia davanti all’opinione pubblica. Quante cose anche noi non abbiamo fatto o le abbiamo fatte in modo diverso, perché influenzati da quello che avrebbe potuto pensare la gente. Giuseppe, ad ogni buon conto, sembra non curarsi del fatto che sarebbe stato giudicato male e forse anche messo in ridicolo, non si fa prendere dalla tentazione di difendere e dimostrare il suo onore e la sua buona fama, ma si fa guidare da un senso profondo di amore e di giustizia, rimarcata dal Vangelo stesso che con chiarezza dice: “Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente pensò di ripudiarla in segreto”. Comprendiamo allora che Giuseppe non dubitò neanche per un istante dall’innocenza e dell’onestà di Maria, ma ancor di più non dubitò della giustizia di Dio, del suo progetto di salvezza, che forse non riuscì a comprendere nella sua interezza, ma che non poteva non accettare, non fidandoci così pienamente dell’amore di Dio. “Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo”. Che bella questa obbedienza che esprime lo stile dell’uomo giusto che aderisce in pieno alla volontà di Dio, accettando così con gioia di diventare padre a pieno titolo del Figlio di Dio e sposo innamoratissimo di Maria. Padre e sposo, il massimo dei desideri di ogni uomo, specialmente se vissuti non nella ricerca della propria realizzazione, ma nel segno del dono e della ricerca della felicità altrui. Penso ai nostri mille “se” e “ma”, ai nostri mille dubbi e incertezze, che corrispondono poi a tante occasioni perse di fare il bene e dare amore.

La scena del Vangelo di oggi si conclude con la notizia che Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo e “prese con sé la sua sposa”. In fondo non era questo il suo desiderio principale? Potremmo leggere questa bella notizia convincendoci che Dio realizza sempre i nostri desideri, forse in modo diverso da come pensavamo o speravamo noi, qualche volta in modo strano e incomprensibile, ma sempre inserito in un suo preciso disegno d’amore che dice la sua inconfondibile volontà di vederci sempre profondamenti felici e pienamente realizzati.