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La Chiesa reggina raccontata da monsignor Denisi

Dopo una puntuale biografia su vita ed attività, don Sergi ha introdotto il professore Giuseppe Caridi, presidente Deputazione di Storia Patria per la Calabria che ha sottolineato come i volumi rappresentino “momenti ineludibili per la verifica e lo stimolo di problemi e tematiche di più vasto respiro. I tre volumi che raccolgono gli scritti sparsi di mons. Denisi servono ad allargare le basi di conoscenza, ma anche a fornire modelli interpretativi poi suscettibili di ulteriore sviluppo”. Ricorda il volume che ha rappresentato “una pietra miliare della storia della Chiesa, e non solo calabrese, quello sulle visite pastorali di mons. d’Afflitto. Caridi conclude: “Gli studi già sparsi di mons. Denisi costituiscono un’opera di fondamentale importanza per la ricostruzione delle vicende della Chiesa Reggina e Calabrese, che deve essere certamente fiera di annoverare fra le sue fila l’insigne autore e che per il suo imponente e proficuo impegno culturale merita il riconoscente plauso dei suoi corregionali”.
La dottoressa M. P. Mazzitelli, direttore dall’Archivio Storico Diocesano, ha evidenziato come l’attività di ricerca del sacerdote ha contribuito alla riscoperta e alla diffusione del nostro inestimabile patrimonio. “Oltre ad essere stato uno storico, Denisi ha svolto anche un importante lavoro di edizione di fonti, utili per la comprensione e l’interpretazione dei documenti conservati negli archivi”. Soffermandosi sul volume L’Arcidiocesi di Reggio Calabria – Vescovi, clero e parrocchie, sottolinea che il testo contiene 27 saggi editi dal 1964 al 2018 riferiti a momenti, vicende e figure della nostra arcidiocesi. Esso include scritti su figure di presuli, canonici e personaggi nonché interessanti scritti su momenti della Chiesa Reggina. “Grazie a don Denisi l’Archivio Storico Diocesano si è arricchito delle copie delle relazioni ad limina di mons. Creales Arce, mons. Monreale, mons. Ibanz y Villanueva e di Polou, da lui utilizzate per un saggio sui vescovi spagnoli in corso di pubblicazione in un volume per i 70 anni del presidente Caridi.
Padre Gabriele Bentoglio, direttore Diocesano Migrantes e Comunità Etniche, presenta il volume Emigrazione e Immigrazione in Calabria – Storia, cultura, dimensioni del fenomeno, sulle migrazioni, che riassume 50 anni di storia a partire dalla tragedia di Marcinelle del 1958 al 2000. Il volume è dedicato “agli emigranti calabresi e a quelli di tutte le patrie che con il loro lavoro e il loro sacrificio hanno contribuito a dare un volto nuovo alla Calabria”. Sull’emigrazione è offerta la visione di un fenomeno oggi strutturale e globale. Bentoglio consiglia di partire dalla postfazione di mons. Cantisani: “qui non abbiamo un trattato di pastorale delle migrazioni, perché non era questa l’intenzione dell’autore; il nostro Denisi ha fatto una scelta fra i tanti suoi interventi per offrire quello che è necessario per operare proficuamente nel mondo delle migrazioni, in modo tale da contribuire a fare camminare l’umanità per le vie della giustizia e della pace”.
Alla professoressa Caterina Borrello, docente ISSR, il compito di presentare il volume Santità religiosità e pietà popolare nella Chiesa Reggina. Esso raccoglie una 50a di scritti, apparentemente eterogenei; protagonisti sono s. Gaetano Catanoso, e quanti hanno ricevuto il decreto di venerabilità: mons. Giovanni Ferro, Madre Brigida Postorino, Rosella Staltari, ma anche persone più vicine a noi “come segno di una continuità e indicazione di un cammino da continuare a percorrere in una sinodalità diacronica. Ed ancora protagonista anonimo, la religiosità corale del popolo cristiano: luoghi dell’anima legati al suo ministero, come l’Aspromonte, Polsi, Catona e altri.
L’editore Laruffa, ricorda la lunga amicizia fatta di collaborazione e sostegno. Momenti vissuti insieme durante grandi manifestazioni come il Congresso Eucaristico Nazionale che hanno dato l’idea di Chiesa.
Mons. Denisi, visibilmente commosso, ha ringraziato per questo momento così carico di emozioni e di riconoscenza.
L’arcivescovo, mons. Fortunato Morrone, conclude l’incontro esprimendo la sua ammirazione e gratitudine a don Denisi per “questo spaccato di vita socio-ecclesiale”. “Nel frammento c’è il tutto della storia” perché la sua lettura è un ascolto ai testimoni, anche quelli che non hanno voce. Egli ha dato voce a chi non ha voce. Quindi una lettura del basso dove le trame della storia sono vive, una storia di salvezza. Prete, storico, studioso, giornalista, curioso, intelligente tutti questi aspetti hanno legami indissolubili, e lo sguardo è lo sguardo di fede, di prete. Non si aggiunge qualcosa al prete, ma il prete dà senso al giornalista, allo storico, al curioso.

M.R.