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La lettera dei vescovi ai politici per le elezioni regionali in Calabria

Il desiderio dei pastori
«Questa nostra terra, segnata da grandi contraddizioni e contrasti, ha bisogno di risanare, con una terapia intensiva, l’azione amministrativa e politica» scrivono i vescovi. Così la Chiesa calabrese individua nelle «promesse illudenti», le vere minacce alla «democrazia e alla dignità degli onesti e, in particolare, dei più giovani». Per questo motivo, i vescovi auspicano che siano cessati i fenomeni degli «assistenzialismi spacciati come “favore”» e del «clientelismo».
Per rafforzare questa tesi, i presuli individuano alcune criticità. Tra queste ci sono i bilanci, alcune volte «sfacciatamente falsi», di Comuni e Aziende sanitarie «in insanabile dissesto». E ancora: l’assenteismo e la scarsa produttività o la persistenza della corruzione nei pubblici servizi. Fino a giungere alla piaga del lavoro nero nel settore privato.
La Chiesa calabrese, rivolgendosi ai candidati alle prossime regionali, auspica una «rottura con qualsiasi collegamento con le forze diaboliche della ‘ndrangheta» o qualsiasi organizzazione collegata in modo occulto con la criminalità organizzata. Per farlo serve «coltivare competenze e responsabilità» nonché ricercare «alleanze e strategie collaborative» tra le forze positive andando oltre alle «miopie partitiche o trasversali».

I temi sul tavolo
Come detto, tantissimi i temi sul tavolo. In primis, il lavoro per «favorire nuove opportunità» specialmente rispetto all’«inoccupazione giovanile».
Poi il tema della salute pubblica. «Ci sono pieghe che vanno disciolte e piaghe che vanno curate senza accontentarsi di pubbliche denunce, chiare, ma non risolutive, e neanche di giustizialismi detonanti» scrivono testualmente i vescovi calabresi.
E ancora: la cura dell’ambiente, lo sviluppo dell’innovazione «tecnologica e digitale, verde e circolare, sociale ed economica». Poi, la madre delle sfide: la coesione sociale. «Occorre un giubileo sociale per la nostra Calabria» evidenziano i presuli della Cec.
Non mancano, infine, i riferimenti alla minaccia della privatizzazione dell’acqua e l’attenzione specifica al Pnrr rispetto ai fondi “a rischio” per il Mezzogiorno.

L’auspicio della Chiesa calabrese
I vescovi, infine, si rivolgono alle comunità parrocchiali, ai movimenti e alle associazioni cattoliche. A tutti loro chiedono «un’attenzione di permanente di educazione, illuminazione e formazione delle coscienze all’impegno socio-politico».
In ultimo, la benedizione dei vescovi ai politici calabresi. «È davvero beato colui che accetta il consiglio che, attraverso i vostri Pastori, viene dal Signore, il quale vuole il bene di tutti e per tutti, senza esclusioni, senza differenze. I nostri santi Patroni, a partire da san Francesco da Paola, orientino le scelte e le decisioni che saranno assunte».