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Il ricordo del vescovo Cognata nell’anniversario del pio transito

Non si spegne la memoria del vescovo Cognata. Oggi ricorre il 49esimo anniversario dal ritorno alla Casa del Padre di un presule costretto a dimettersi per via di false accuse (poi cadute nel vuoto). Uomo mite, oggi la sua santità è al vaglio dell’inchiesta diocesana avviata sette mesi fa a Tivoli.

Nato ad Agrigento, il 14 ottobre 1885, Giuseppe Cognata dimostrò fin da bambino una grande ricchezza di doti e di talenti umani. Dodicenne entrò nel collegio salesiano “San Basilio” di Randazzo (Catania), pronto ad accogliere la chiamata alla vita religiosa e apostolica tra i salesiani; una vocazione fortemente contrastata dal padre e dal nonno.

Il 5 maggio 1908 emetteva la professione perpetua a San Gregorio di Catania, nelle mani dell’allora rettore maggiore, don Michele Rua – primo successore di Don Bosco -, e l’anno dopo riceveva ad Acireale l’ordinazione sacerdotale. Aveva conseguito brillantemente la laurea sia in Lettere sia in Filosofia ed ora andava ai giovani non solo come professore e assistente, ma come sacerdote pieno di zelo.

Fu direttore di opere, ma più ancora direttore di anime. Pio XI nel Concistoro del 16 marzo 1933 nominò don Giuseppe Cognata, in quel tempo direttore al “Sacro Cuore” di Roma, vescovo di Bova, una diocesi della Calabria particolarmente povera e disagiata. Ricevette l’ordinazione episcopale il 23 aprile successivo nella basilica del Sacro Cuore a Roma dal Cardinale salesiano Augusto Hlond, oggi Venerabile. Attraverso sentieri scoscesi e mulattiere, monsignor Cognata – che aveva scelto come motto episcopale l’espressione paolina «Caritas Christi urget nos» – volle visitare e confortare non solo tutti i paesetti della diocesi, ma anche i gruppi di povere famiglie sparse qua e là nei luoghi più remoti e più inaccessibili. .

Diede vita a una pia società di giovani generose, disposte a lavorare con coraggio e gioia nei centri più piccoli, sperduti, abbandonati. Nacque così l’8 dicembre 1933 la Congregazione delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore. Nel 1939 una bufera infernale si scatenò contro il Fondatore e la sua Istituzione. Il 20 dicembre 1939 il Sant’Uffizio, sulla base di false accuse, condannò ingiustamente monsignor Cognata alla destituzione dalla dignità episcopale, all’allontanamento dalla diocesi e dall’istituto da lui fondato.

Egli visse per lunghi anni nel silenzio e nella solitudine, accolto nelle case salesiane di Trento e Rovereto fino al 1952 e poi in quella di Castello di Godego (Treviso) fino al 1972, svolgendo un assiduo e apprezzato ministero di confessore e guida spirituale. Nella Pasqua del 1962 venne reintegrato da papa Giovanni XXIII nell’episcopato. Partecipò per volontà di papa Paolo VI al Concilio Vaticano II. Il 29 gennaio 1972 ebbe la gioia di sapere il suo Istituto riconosciuto con il «Decreto di Lode» da parte della Santa Sede. Si spense il 22 luglio dello stesso 1972 proprio a Pellaro (Reggio Calabria). Le sue spoglie riposano nella casa generalizia delle Suore Oblate a Tivoli.

Nel febbraio del 2020 il Santo Padre Francesco ha dato il suo augusto consenso alle richieste di religiosi e laici che impetravano l’apertura della Causa di beatificazione di monsignor Giuseppe Cognata, vescovo di Bova. Il 12 dicembre 2020 è stata ufficialmente aperta l’Inchiesta diocesana presso la Diocesi di Tivoli (Roma).