Cerca
Close this search box.

L’ultimo saluto dell’arcidiocesi reggina a don Pino Sorbara

Ieri, domenica 6 giugno è tornato alla Casa del Padre don Giuseppe Sorbara, sacerdote della arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova. La morte è avvenuta improvvisamente ed ha lasciato sgomenta la comunità diocesana, l’amministratore apostolico Giuseppe Fiorini Morosini e il delegato ad omnia, monsignor Salvatore Santoro, si sono immediatamente recati presso la casa del sacerdote defunto.

Don Pino Sorbara, sacerdote premuroso e sempre gioviale, ci ha lasciati proprio alla vigilia del suo compleanno: domani, infatti, avrebbe compiuto 69 anni. Il presbitero reggino ha sempre manifestato nel suo agire pastorale una grande prossimità e compassione verso i poveri e i sofferenti, tratti che ha ereditato dall’arcivescovo Giovanni Ferro, sua figura di riferimento e padre della sua vocazione. Infatti, durante gli ultimi anni dell’episcopato del vescovo somasco, don Pino decise di entrare in Seminario e seguire il Signore lungo la via del sacerdozio ministeriale.

Il 7 luglio del 1979 fu ordinato sacerdote dall’arcivescovo Aurelio Sorrentino. Ha svolto numerosi servizi a favore del popolo di Dio che è in Reggio – Bova, è stato parroco delle parrocchie di San Lorenzo e di San Leo, trasferito successivamente a Spirito Santo e poi, dopo l’unificazione con la parrocchia di Sant’Anna, ha guidato le due comunità con spirito di dedizione verso la costituzione della parrocchia San Gaetano Catanoso, di cui è stato primo parroco e fondatore.
Negli ultimi anni, a causa di gravi problemi di salute, è stato progressivamente costretto a diminuire gli impegni, eppure ha sempre mantenuto vivo lo spirito di servizio a favore della Chiesa e degli ultimi. Infatti, nonostante le sue precarie condizioni di salute, è stato rettore della Chiesa dell’Annunziata in Reggio Calabria e Cappellano dell’Hospice “Via delle Stelle” (in foto è ritratto nella Cappella dell’Istituto di San Sperato con alcuni volontari).
Quando la malattia lo ha privato della possibilità di camminare, si è unito spiritualmente alla sofferenza del Signore, offrendo nella preghiera la sua sofferenza per la sua amata Chiesa. Nonostante le sue condizioni fossero proibitive, ha continuato a partecipare alle concelebrazioni in Cattedrale, mantenendo vivo il suo legame con la Chiesa reggina e il presbiterio di cui faceva parte.

Le esequie.
Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini ha officiato le esequie di don Pino Sorbara, il sacerdote reggino, scomparso improvvisamente ieri all’età di 68 anni (oggi avrebbe compiuto 69 anni). Durante la cerimonia funebre, l’amministratore apostolico dell’arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova, si è rivolto ai sacerdoti del presbiterio reggino bovese e ai fedeli presenti in Cattedrale: «Don Pino è morto, come Gesù, attorno alle 15, nella festa solenne del Corpus Domini. Mentre la Comunità cristiana ricordava il mistero della morte e della resurrezione del Signore: ogni domenica, attraverso questa celebrazione, noi viviamo questo mistero».
«Così come noi viviamo, oggi, la morte di don Pino annunciando ancora una volta la resurrezione di Gesù e questo ci dà speranza. Noi sacerdoti possiamo accettare questa morte improvvisa nell’ottica del mistero della morte e resurrezione del Signore», ha aggiunto Fiorini Morosini.
Il presule paolano ha prosegui durante l’omelia: «”Ai tuoi fedeli Signore la vita non è tolta, ma trasformata”, quanto conforto ci dà questo pensiero. Mentre noi prendiamo coscienza della fragilità umana, lentamente ci apriamo all’eternità».
«La fede ci guardare questa bara attraverso la luce del Cero pasquale: guardate a quello che sta accadendo non con gli occhi della morte, ma con quelli della vita. La concomitanza – ha detto monsignor Morosini – con la festa del Corpus Domini ci consenti di pregare tenendo come punto di riferimento la santa messa che è al centro della vita della Chiesa ed è l’amore più grande che un sacerdote può avere nella sua esperienza spirituale. Don Pino ha vissuto attraverso la sofferenza la verità annunciata dal Cristo con la parabola del “chicco di grano”. Se non muore, non porta frutto. Attraverso questa lunga e dolorosa sofferenza ha reso proficuo il suo ministero preparandosi così all’incontro con Cristo».
Poi il ricordo dell’amministratore apostolico che ha guidato negli ultimi otto anni l’arcidiocesi reggino bovese: «Ha servito il Signore e la Chiesa diocesana, dal 1979, in tutte le comunità ha lasciato un ricordo affettuoso di un sacerdozio vivo e impegnato, aperto generosamente al servizio. Lo contraddistingueva, in particolare, la sua accoglienza e la sua amabilità. “Nessuno di noi vive per sé stesso; sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore”. Cristo costruisce interiormente la vita di ogni presbitero: don Pino sentiva nel profondo questa appartenenza. Quando, qualche anno fa, una grave crisi cardiaca sembrava stesse stroncare la sua vita, mi comunicava in un colloquio privato il suo sentimento di appartenenza a Cristo per cui non temeva di morire: “Non ho paura di morire perché il Signore è buono e mi perdonerà ogni colpa”».
Poi le conclusioni di Morosini: «La morte avrebbe reso così indistruttibile questo rapporto di comunione coltivato sulla terra. Noi consegniamo la sua vita al Padre e sulla scorta del salmista apriamo il nostro cuore alla preghiera fiduciosa e ci facciamo sua voce, ripetendo le sue parole: “Io spero nel Signore, l’anima mia attende il Signore più che le sentinelle l’aurora”. A don Pino, il grazie della diocesi per il servizio pastorale reso al popolo di Dio».

Il messaggio.
«Desidero esprimere la mia vicinanza di preghiera alla comunità diocesana di Reggio-Bova in questo momento di dolore per la morte del caro don Pino Sorbara. È vivo in me il ricordo della sua umiltà e capacità di vicinanza agli umili e agli ultimi, seme da lui sempre sparso nel nascondimento, che ha dato, e certamente darà ancora, frutti inattesi e copiosi. È stato questo il “cuore” del suo sacerdozio, che lo ha tenuto intimante unito a Cristo, soprattutto nella lunga stagione della prova e della sofferenza nella quale, nonostante la distanza, il legame di fraternità e amicizia con lui condiviso mi ha permesso di essergli particolarmente vicino». È quanto dichiara monsignor Santo Marcianò, Ordinario militare per l’Italia nel suo messaggio letto in occasione del funerale del sacerdote reggino, prematuramente scomparso nella giornata di ieri.
«Sono unito al dolore della Chiesa reggina, seppure impossibilitato ad essere presente alle esequie per impegni pastorali che non mi è stato possibile rimandare; nell’Eucaristia che celebrerò in suffragio del caro don Pino – ancora il messaggio di monsignor Marcianò – mi unirò a voi e con voi renderò al Signore il ringraziamento più sincero. Egli lo ha voluto chiamare a Sé proprio nella Solennità del Corpus Domini, Mistero nel quale ogni presbitero trova il senso della sua vita e della sua morte: possa ora nutrirlo in eterno della visione del Suo Volto senza veli e della gioia del Suo abbraccio tenero e misericordioso».