Non è semplice mettere per iscritto quello che passa nel cuore e nella mente in questi giorni speciali. È immensa la gratitudine nei confronti del Signore per avermi preso per mano e per avermi paternamente condotto in questi anni. È forte anche la consapevolezza della mia piccolezza di fronte ad un dono così grande come è quello del sacerdozio. Sono particolarmente grato al Signore per il dono dei fratelli che ha messo sulla mia strada e con i quali ho avuto modo di confrontarmi e di crescere insieme umanamente e spiritualmente. Ringrazio la mia famiglia – fondata sulla roccia dell’amore e dei valori cristiani che ha accolto sempre di buon grado e con grande discrezione la mia decisione.
Da quando ho sentito che il Signore mi chiamava al sacerdozio a quando sono stato accolto in Seminario, da quel giorno ad oggi mai il Signore mi ha abbandonato. Lui ha voluto volgere il suo sguardo su di me! Lui mi ha chiamato a seguirlo! La mia storia vocazionale è iniziata in parrocchia, quando fin da piccolissimo ho risposto alla chiamata del Signore mettendomi al suo servizio come ministrante. Il Signore mi ha guidato, mi ha sempre accompagnato nel corso di questi anni: nella lunga esperienza nei gruppi di Azione cattolica, negli anni della formazione universitaria nella Fuci, una realtà che ha contribuito alla mia formazione umana e spirituale.
È in essa che ho approfondito culturalmente il mio credere ed è in essa che ho scoperto la mia vocazione un po’ alla volta, portando a compimento il percorso di studi in Giurisprudenza. La costanza nella ricerca e la libera risposta alla chiamata – certamente “non meritata”, ma gratuita – non sarebbero stati possibili senza un continuo rapporto con il Signore e soprattutto senza l’aiuto del mio parroco don Luigi Cannizzo, vero punto di riferimento nella mia vocazione. Grazie di cuore all’arcivescovo monsignor Giuseppe Fiorini Morosini che mi ha accolto in Seminario, grazie di cuore al rettore monsignor Salvatore Santoro e all’intera équipe educativa che con pazienza hanno curato la mia formazione.
Ed è proprio in Seminario che ho imparato ad accogliere e custodire il mio “Sì”, nella quotidianità scandita dalla preghiera e dalla vita comunitaria, dallo studio e dal servizio. Non sono mancati i dubbi e la fatica nel comprendere l’agire di Dio, ma ho sempre custodito l’intima certezza che Dio mi invita a seguirlo e a servirlo. Oggi più che mai, mi conforta ciò che Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
Davide Tauro