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Il messaggio di Pasqua. Morosini: «Puntiamo in alto, da fedeli e da cittadini»

L'arcivescovo di Reggio Calabria - Bova

Se guardiamo attorno a noi, i problemi che ci fanno soffrire – e che sarebbe superfluo elencare ancora – sono tanti e non ci incoraggiano a comunicare speranza. Faccio fatica, carissimi, a parlare di speranza dinanzi al ripetersi di gesti criminali che continuano ad affliggere senza tregua il nostro territorio. Vorrei esprimere solidarietà e affettuosa vicinanza a quanti sono stati colpiti negli ultimi giorni dalla violenza vigliacca. A chi compie gesti efferati e poi si accosta con naturalezza e senza il minimo scrupolo ai riti religiosi, alle processioni popolari, ai segni sacri – che invece dovrebbero indurci ad una conversione di vita – vorrei giungesse l’invito forte e accorato a lasciarsi trasformare l’esistenza dalla forza del Risorto. Non serve a nulla una religione fatta di gesti esteriori, che non sappia intersecare la vita e cambiarla dal di dentro!
L’Exultet pasquale, che è canto di vita, sia la risposta ai segni di morte e alle forme di corruzione e di malaffare che affliggono la storia, la nostra storia e quella del mondo. Carissimi, Gesù è morto per tutti, anche per chi si è macchiato di peccati e di violenza fisica o morale. Anche per costoro l’annuncio della risurrezione può essere la sconfitta definitiva delle tante, troppe occasioni di morte, ad ogni livello. È necessario però che lo vogliano e siano disponibili a gesti concreti di riparazione e conversione.
Il futuro non è solo dono di Dio: va costruito anche da noi. La speranza, oltre che desiderio, deve tradursi in impegni tangibili e verificabili che chiediamo soprattutto a chi ci governa. Si elevi il tono del dibattito politico e lo si porti a livello di confronto serio su tutti quei temi che consentono di guardare al domani con più serenità.
Basta con le accuse reciproche e la gara a screditare l’altro, in vista di vantaggi elettorali, personali o di partito. Così non si costruisce futuro! Abbiamo bisogno di una politica di alto profilo, che pensi al domani, soprattutto dei nostri figli, che sono i veri protagonisti del futuro, e nelle cui mani è posta ogni fiducia e speranza.
Ponendoci su di un livello più religioso, come vescovo, ricordo come a Pasqua si usa fare il ‘precetto pasquale’, accostandosi ai sacramenti della confessione e comunione. Questo gesto deve, però, esprimere volontà di cambiamento: non si può far Pasqua coltivando nel cuore violenza, corruzione e sopraffazione, altrimenti, il nostro accostarci alla Santa Eucarestia non produrrà, per la nostra vita, i segni di benedizione e salvezza per i quali il Signore Gesù ci ha lasciato il sacramento del suo Corpo e del Suo Sangue. Dio ci accetta e ci benedice solo se lo cerchiamo con il cuore convertito: solo allora potremo compiere i gesti religiosi.
Vera Pasqua di speranza è prendere sul serio l’educazione dei nostri giovani. Sono troppi i ragazzi che evadono l’obbligo scolastico e non portano a termine un regolare corso di studi. A voi genitori, educatori, a quanti avete a cuore il destino dei nostri ragazzi dico: custoditeli. Incoraggiate i loro sogni e abitate le loro notti. Non lasciateli soli lungo le difficili strade della vita, lì dove è facile fare esperienza di vizi o perdizioni.
Cari ragazzi Cristo risorto sia la vostra speranza.
Fare Pasqua significa, infine, porre tutti quei segni concreti di civiltà e di cura che sono alla nostra portata. Anche l’impegno a mantenere il decoro della nostra città e dei nostri paesi è un segno di quel rinnovamento tangibile, che vorremo fosse segno di resurrezione.
Allo stesso tempo avvicinandosi le diverse competizioni elettorali, ricordo che esprimere il nostro voto con responsabilità – senza barattarlo dietro illusorie false speranze – potrà essere un ulteriore segno che lo spirito della Pasqua ci ha veramente contagiati.
Buona Pasqua, dunque, carissimi fratelli e sorelle! Il Risorto porti pace e gioia nelle vostre famiglie. Nelle varie difficoltà, economiche, relazionali che attraversate, nei dolori o nelle malattie che patite, non vi manchi l’aiuto del Signore!
Vi abbraccio tutti e, portandovi nella mia preghiera, tutti, di cuore, benedico!

Giuseppe Fiorini Morosini
Arcivescovo di Reggio Calabria – Bova