Riprendendo l’esame circa il comportamento della Chiesa di fronte alla ‘ndrangheta, al fine di offrire sicuri riferimenti di comprensione e di azione ai futuri presbiteri, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, nonché ai laici, sulla base dei lavori della Commissione episcopale a ciò incaricata (Mons. Satriano, Savino, Cantafora, con il coordinamento di Mons. Milito), i Vescovi hanno strutturato il prossimo Corso (3° edizione) da tenersi nel secondo semestre accademico caratterizzato da un taglio testimoniale, laboratoriale e seminariale, avvalendosi di speciali figure per gli argomenti scelti. Al “San Pio X” i Vescovi hanno dedicato particolare attenzione promulgando anche la Convenzione tra il Seminario e l’Istituto Teologico Calabro e riflettendo sulla necessità di preparare i futuri educatori del Seminario.
Riflessione accurata è stata riservata ai delicta graviora, tema che inquieta la Chiesa e che, con attenzione e responsabilità, è stato esaminato nelle sue varie sfaccettature problematiche, ribadendo la vigilanza e l’attenzione con cui esso va curato nella sua fase preventiva/educativa e nelle singole situazioni dolorose che dovessero emergere. A tal riguardo, si è affidato al Presidente della CEC il compito di avviare una commissione di valutazione così come chiedono le disposizioni della Cei. In particolare, facendosi guida e portavoce di tutti i Vescovi della Regione, Mons. Bertolone ha voluto sottolineare l’urgenza della questione “pedofilia”, esortando il popolo di Dio alla conversione personale e comunitaria, affinché la sofferenza delle vittime degli abusi perpetrati da laici e chierici sia di monito per tutti e per tutta la Chiesa. Con analoga forza il Presidente Cec ha invitato la comunità ecclesiale ad unirsi nella preghiera, ma anche a rifuggire dalle strade che portano all’omertà, esortando tutti alla presa di coscienza e assicurando che la Chiesa calabrese, attraverso i suoi Pastori, è impegnata ad eliminare anche al proprio interno ogni atteggiamento di omertà che, spesso, diviene da sé forza di tanti abusi. La CEC ha deliberato l’istituzione del Servizio Regionale per la Tutela dei Minori, nominando come Vescovo delegato ad interim Mons. Vincenzo Bertolone e Coordinatore Regionale l’avv. Rot. Manuela De Sensi.
Mons. Francesco Savino, nel relazionare sulla GMG Regionale vissuta a Cosenza il 27 u.s., in concomitanza con la GMG Mondiale, ha comunicato che la presenza dei giovani è stata notevole rispetto al passato, facendo registrare 2.000 partecipanti circa. Sono state inoltre presentate altre iniziative volte a qualificare i cammini delle nostre Chiese in ordine alla formazione dei giovani: tra le altre, il secondo anno della scuola di formazione e la partecipazione al Convegno Nazionale di pastorale giovanile che si terrà a Terrasini (Pa) nei primi di maggio.In merito è emersa dal confronto l’esigenza di una presenza, come Chiesa, bella e positiva da promuovere all’interno delle università calabresi.
I lavori della CEC sono stati anche arricchiti da alcuni particolari interventi.
Sul Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Calabro (Teic) mons. Vincenzo Varone, Vicario giudiziale dello stesso, ha illustrato i vari adempimenti e i passaggi che si vanno realizzando per rendere sempre più funzionale il detto Tribunale.
Accogliendo l’invito di don Maurizio Macrì, accompagnato da alcuni cappellani delle carceri calabresi, si è preso atto della necessità di un rilancio culturale dell’attenzione al carcere, attraverso l’istituzione nelle diocesi un ufficio di pastorale penitenziaria che possa rapportarsi con la Caritas diocesana e la stessa pastorale giovanile.
Fr. Sergio Galdi, Delegato della Terra Santa per l’Italia meridionale,ha illustrato i lavori e gli scopi che la Delegazione persegue, invitando per questo Vescovi, presbiteri, diaconi, consacrati e popolo di Dio ad avere gli occhi rivolti sempre alla Terra Santa e non solo il Venerdì Santo.
Don Nino Pangallo, responsabile della Caritas Regionale e della sua commissione, nell’annunciare alcune iniziative riguardo al progetto Costruiamo Speranza, ha presenta una riflessione su Welfare, servizi e povertà in Calabria. È emersa la denuncia di un welfare calabrese generatore di povertà, in cui la persona con le sue esigenze primarie merita attenzione particolare e specifica proprio dagli organismi istituzionali, in primis a livello regionale. Si auspica una maggiore capacità sinergica, anche con la Regione, per dare vita al Piano Sociale Regionale ed ai Piani di Zona, perché i Comuni adottino atti di programmazione per raggiungere gli obiettivi del piano di povertà nazionale e regionale. Per una attenzione specifica a tutto il mondo non profit delle associazioni, cooperative e fondazioni che si occupano del comparto socio-assistenziale e socio-sanitario, sarebbe opportuno che la Caritas Regionale organizzasse gli Stati Generali del Terzo Settore per sottoscrivere un “Nuovo Patto Sociale” tra società civile organizzata e l’Ente Regione.
Ampio confronto i Vescovi hanno riservato alla situazione politica attuale, non solo italiana ma anche europea. Con riferimento al tema dell’accoglienza, nel rispetto delle indagini in corso della Magistratura e senza voler con ciò esprimere giudizi sulla posizione dei singoli e sulle loro ipotizzate responsabilità, hanno ritenuto di non poter esimersi dal rilevare e sottolineare con amarezza la retrocessione del dovere di accoglienza ed ospitalità a mera questione burocratica, privata così di rilevanza e perfino della sua intangibile carica valoriale. Per questo hanno auspicato che ragioni di uguaglianza e giustizia sociale portino a ripensare alla necessità di politiche in grado di coniugare solidarietà, crescita e sviluppo delle comunità locali, anche come valida alternativa a modelli di illegalità che – paradossalmente – trovano campo ancor più libero (affermandosi ad esempio nella pervasiva presenza delle ’ndrine o nella diffusione del caporalato) in zone dove l’intervento dello Stato è stato meramente repressivo nei confronti del sistema di accoglienza, accompagnamento ed integrazione sociale dei migranti.
Con forza i Vescovi hanno espresso l’urgenza di ritornare a comportamenti esemplari e autentici ad ogni livello, in ogni ambito, per attivare sempre più in ogni Diocesi processi di formazione delle coscienze, partendo dal basso, dalla gente che anima le comunità, perché ci sia una nuova consapevolezza della dottrina sociale della Chiesa, al fine di far maturare un “pensiero e un agire politici altri e alti” ed incoraggiare quanti sentono il dovere e l’urgenzadi assumere la responsabilità di questo servizio al paese.
I Pastori delle Chiese particolari calabresi hanno manifestato una profonda preoccupazione per i processi di “regionalismo differenziato” in atto: forte è il timore che alla legittima autonomia dei territori si possa pervenire ad incrinare il principio intangibile dell’unità dello Stato e della solidarietà, generando dinamiche che andrebbero ad accrescere il forte divario già esistente tra le diverse aree del Paese, in particolare tra il Sud ed il Nord. Da qui l’auspicio di una più serena riflessione sulla questione non solo della politica, ma anche delle Università, nell’ottica di una prospettiva di sviluppo unitario che riduca le storiche differenze consolidatesi nel tempo.
Infine, gli Arcivescovi e Vescovi delle Chiese di Calabria hanno rinnovato gli auguri ai fedeli, al presbiterio ed al Vescovo della Diocesi di Lungro, Mons. Donato Oliverio, in occasione della ricorrenza del primo centenario dell’istituzione dell’Eparchia degli Italo-Albanesi dell’Italia continentale. Un più compiuto pensiero auguraleè stato affidato ad una Lettera ufficiale con la quale tutti fedeli delle Chiese di Calabria, uniti ai loro Pastori, esprimono la stima e l’apprezzamento per l’Eparchia di Lungro, sede della Chiesa Cattolica Italo-Albanese di rito orientale, immediatamente soggetta alla Santa Sede, per aver mantenuto integro l’antico patrimonio linguistico ed ecclesiale bizantino, una vera e propria isola orientale nel cuore della Chiesa Cattolica.
La convinzione è che, anche mediante l’opera teologica e pastorale svolta dalle Chiese orientali cattoliche si possa proseguire nella ricerca della piena comunione tra la Chiesa Cattolica e le Chiese ortodosse, nonostante certi ostacoli del passato.