Penso che il cuore del mio sacerdozio sia in questo testo. Il ricordo, l’immaginetta dell’ordinazione sacerdotale fu proprio un brano di questa lettera, tratto dal capitolo 4 e dal capitolo 6.
Penso, ancora oggi, che questa Parola sia il progetto del mio sacerdozio, l’ispirazione e la verifica pastorale del mio agire.
«Perciò, investiti di questo ministero per la misericordia che ci è stata usata, non ci perdiamo d’ animo; al contrario, rifiutando le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma annunziando apertamente la verità, ci presentiamo davanti a ogni coscienza, al cospetto di Dio». Una parola sempre viva in me che continua ad accompagnarmi.
«E se il nostro vangelo rimane velato, lo è per coloro che si perdono – aggiunge Paolo – ai quali il dio di questo mondo ha accecato la mente incredula, perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo che è immagine di Dio. Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù. E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo. Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi».
L’altro capitolo della lettera ai Corinzi che sento mio è il 6, in alcuni passaggi la Parola di Dio illumina costantemente i miei passi: «Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga biasimato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito di santità, amore sincero». Non credo ci sia bisogno di commentare testi così ricchi di sapienza, lo Spirito che agisce nella Parola e per la Parola, saprà illuminare i cuori, perché la lettura del testo paolino restituisca a tutti tanta pace e a noi presbiteri la gioia e la serenità di sentirci dentro una storia eterna che si serve del nostro si e che, per grazia, va oltre le nostre persone.