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Quando l’ambiente è dono

sangiorgioextra

Qualcuno potrebbe ironizzare che si tratti della solita iniziativa, della solita melassa buonista, delle solite trovate, che restano là e nessuno, il giorno dopo, ricorderà. Invece, no.

Si tratta, finalmente, di una iniziativa che ha tutti i requisiti per diventare una “buona pratica” nel contesto cittadino. Da alcuni mesi, un gruppo di volontari della caritas della parrocchia di “San Giorgio Extra”, ha iniziato una riflessione su come rendere attuale l’invito di papa Francesco a prendersi cura del creato.
«Retake San Giorgio Extra» è una prima pagina di buona cittadinanza. I promotori sono l’ «Associazione Extra», la caritas parrocchiale, l’Azione Cattolica e il gruppo Scout, si sono innamorati di una esperienza consolidata e presente nella capitale, azioni positive che tendono a educare alla bellezza, a riconoscere la bellezza e a rispettare i beni comuni.
In lingua inglese, «retake» significa riprendere, reimpossessarsi di qualcosa: qualcosa che, magari, nel tempo è andata perduta, ma che basta allungare una mano per farla ritornare con noi. È una cosa che sta lì e aspetta. Aspetta che qualcuno prenda coscienza della sua esistenza, e, attivandosi, coinvolga gli altri, soprattutto quelli che possono ma non credono più, o sono troppo delusi per rimboccarsi le maniche.
Ma qui sta il trucco: chi aderisce ad una «best practice» come questa, finisce per stravolgere lo scenario, perché la sconfitta esiste solo per chi resta immobile. Chi entra in azione, sa che la città ha già un futuro diverso, perché ha cambiato la sua prospettiva, dall’attesa, all’azione, al servizio per la comunità.
Taluni, forse, pensano che queste persone siano solo dei sognatori. Chi erano? Un po’ tutti: ragazzi, adulti, bambini, donne, uomini… Eppure. Senza inutile retorica, hanno imbracciato gli attrezzi da lavoro e hanno fatto la differenza contro l’indifferenza di chi quotidianamente e passivamente passa e ammassa. E anche la differenziata. Con l’autorizzazione dell’”Avr Gruppo” – una Spa che opera nel settore cittadino – che ha fornito gli strumenti e il supporto degli operatori in turno e che hanno provveduto al trasporto in discarica, è stata rasa l’erba, sono stati rimossi i rifiuti, sono stati riempiti sacchi su sacchi di materiali disparati.

Triste constatare l’abbandono di un’area verde potenzialmente splendida, alla mercé di vandali e incivili che l’hanno resa una discarica, credendo di avere il diritto di depositare ingombranti e far fare i bisogni al proprio amico a quattro zampe senza raccoglierli, senza che nessuno si opponga o protesti.
Ma siamo certi che in tanti stavano ai balconi o dietro le persiane ad assistere probabilmente attoniti.
Speriamo sia finito il tempo di leccarsi le ferite e crogiolarsi in ardite speculazioni, invece di percepire il potere che una provocazione dal basso come questa può avere. L’attività è stata documentata anche con un video questa bella esperienza: è emozionante vedere quanto è stato fatto, con responsabilità e cura, in così poco tempo da tanti volontari.
Certo, l’eco di «Retake San Giorgio» sui social ha generato tante reazioni, di entusiasmo e di fiera critica, se non irrisione. Ben venga tutto, purché si riesca a scuotere chi passivamente accetta come normalità il degrado ponendo in essere comportamenti, giorno dopo giorno, che rendono invivibili luoghi per i quali tante risorse sono state investite e tante altre dovranno impegnarsi a causa della cattiva conservazione dovuta sì alla mancanza di un’efficace manutenzione ordinaria, ma anche, purtroppo, alla inciviltà di alcuni cittadini, e, bonariamente, provocare chi amministra la cosa pubblica, sottolineando, con un intervento volontario, la non cura del territorio.
Loredana Lofaro