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Nell’oratorio parrocchiale nascono storie di speranza

catecumenibrancaleone

Grazie anche all’impegno instancabile del parroco padre Angelo Battaglia, che da quattro anni lavora in rete con le istituzioni e le associazioni che operano nel territorio per creare sinergie positive.
«Spesso i giovani si allontanano dalla fede per l’incoerenza dei coetanei, per le contraddizioni che si creano all’interno delle comunità parrocchiali, le gelosie, i pettegolezzi, le piccole rivalità. Cerco di far capire – precisa padre Angelo – che non bisogna fermarsi ai limiti perchè questo può diventare un’alibi per allontanarsi o per non impegnarsi».
Manuel ed Esmeralda hanno incontrato la fede frequentando l’oratorio ed il coro parrocchiale, scoprendo la gioia di una chiamata che ha cambiato la loro vita nella condivisione delle esperienze quotidiane di servizio con i loro coetanei.
Manuel, che proviene da una famiglia cristiana, il padre di religione evangelica, ma non praticante, ha 23 anni e si è avvicinato alla parrocchia solo da tre anni perché alcuni suoi amici erano animatori in attività educative. «Ho iniziato – racconta Manuel –impegnandomi in alcuni servizi utili alla comunità e poi piano piano mi sono avvicinato al Signore attraverso la preghiera e stando in silenzioso dialogo di fronte a Gesù per affidargli le mie preoccupazioni, i miei propositi, la mia vita». Manuel ha iniziato da pochi mesi la carriera militare ed anche in caserma cerca rifugio in chiesa. I genitori di Esmeralda – albanese di origine – sono invece musulmani, ma l’hanno lasciata libera di decidere della sua fede una volta raggiunta la maggiore età. Esmeralda, 4 anni fa, ha iniziato a frequentare le ragazze del coro della parrocchia Maria Ss.Addolorata di Galati, frazione di Brancaleone, dove vive. «Finalmente tutti i nodi si sono sciolti e non ci sono più impedimenti – racconta– ora che ha quasi 20 anni. Le ragazze del coro, insieme al parroco, hanno lavorato e sofferto insieme a me perché tutto questo si realizzasse. Durante il tempo di attesa ho capito che le diverse situazioni non sono state frutto del caso, ma di Dio».
Antonia Cogliandro