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«I miei forse nella forza di Dio»

suorfranca

A lei si aggancia fortemente la mia storia di figlia del sud, le mie origini sono proprio reggine, ma, misteriosamente, dicono “sì” ad una realtà per tanti aspetti diversa rispetto a quella meridionale. Provengo dal «Rione Ferrovieri» della parrocchia Sacro Cuore di Gesù. Cresciuta tra la Chiesa e i campi di Pallavolo che praticavo con gioia, (vista l’appartenenza ad una famiglia di grandi appassionati di sport), le “vasche” sul Corso Garibaldi, la contemplazione dello Stretto di Messina sul lungomare e il mio “rifugio” l’eremo della Madonna della Consolazione: ecco i luoghi da me più frequentati. Ho studiato a Messina, mi sono laureata in Lingue e Letterature Straniere e, considerata la fatica nel racimolare “punteggi” attraverso le supplenze, scelsi di “partire” per il nord, precisamente Varese, dove, passata di ruolo, divenni titolare di lingua francese nella scuola media.
Non è semplice staccarsi dalla propria terra, dai colori che ti riempiono gli occhi di naturale bellezza, dalla propria amata famiglia! Lo stare insieme con altri colleghi meridionali e con i miei parenti, già emigrati da tempo, mi ha comunque aiutata tanto a superare gli inevitabili confronti e ad inserirmi, avvalendomi di tutto il positivo che questa esperienza di vita mi poteva offrire.
Rientrata a Reggio, cominciai a leggere la nostra realtà con uno sguardo diverso e senz’altro molto più critico.
Mi impegnai nel volontariato, grazie ad un corso di specializzazione, diventai insegnante di sostegno ai ragazzi minorati della vista. Ma è stato l’approccio alla Sacra Scrittura, soprattutto ai Vangeli, che rivoluzionò il mio mondo interiore regalando alla mia vita un senso nuovo e coinvolgente, nel desiderio di vivere in pienezza la relazione col Signore della mia storia, quel Signore che mi si era fatto conoscere sin da ragazzina e che, attraverso l’ascolto della sua Parola, mi indicava ora la strada sulla quale seguirlo.
Padre Ugo Paccagnella, missionario monfortano, mia guida in questa in questa avventura, mi dava la conferma che tutto quello che stavo vivendo mi interpellava personalmente e che solo io ero responsabile della risposta.
Da qui l’avventura: Padova, Assisi: tappe successive per il salto ulteriore e cioè lasciare la titolarità nella scuola media e “rischiare” per il Signore! «Prega lo Spirito Santo perché tolga i “forse” e metta “forze”…» era l’invito che irrompeva sempre più in me e che davvero mi consentiva di rinunciare al sogno di avere una mia famiglia e dei figli, sapevo che cosa volesse dire essere innamorati, avere un ragazzo con il quale fare strada.
La famiglia elisabettina, conosciuta a Padova, diventò allora il punto di riferimento più significativo, per il senso di familiarità e semplicità francescana condiviso con le sorelle che frequentavo, per la cura della formazione umana e spirituale ma, soprattutto, per la missione carismatica di accoglienza, perdono, misericordia verso ogni persona.
In modo sorprendente cominciavo a muovere i primi passi in convento sentendomi a mio agio, perché potevo immergermi in un respiro di preghiera universale, approfondire il mio amore per la Parola di Dio, prestare il mio servizio alle persone cui, di volta in volta, venivo inviata e, nel mio piccolo, donarmi agli altri.
Nel 1995 a Padova, ho fatto la mia prima professione e nel 2001 a Reggio Calabria quella perpetua. Sono stata in diverse comunità: Assisi, Mazara del Vallo, Padova, Crotone, Lamezia Terme, attualmente sono a Reggio Calabria e mi occupo di pastorale parrocchiale.
Essere nella mia città di origine, oggi, mi provoca a “stare” dentro a quei piccoli “umani” gesti che insieme con quelli delle sorelle della mia comunità e di ogni persona di buona volontà, possono contribuire a “rivoluzionare” la nostra società.
Franca Pellicanò