Questa abitazione, un tempo centro di aggregazione criminosa nel quale si operava gioco d’azzardo, oggi è divenuto luogo di speranza e gioia di vivere. Un luogo di accoglienza, con la fatica nelle gambe e l’amore nel cuore, con le preoccupazioni delle vita e la gioia della condivisione, le difficoltà adolescenziali e la bellezza di sognare. Un spazio dove quotidianamente si sperimenta la Vita, si intrecciano arcobaleni fatti di etnie e religioni diverse, che rendono salda la catena di un percorso fatto di piccole orme che tracciano la strada verso l’infinito. Quell’infinito fatto di sentimenti ed emozioni, lacrime e coraggio, tristezza e felicità. Sono trentatre le persone che hanno varcato la porta di “Casa Anawim”. Dal 16 aprile al 23 luglio 2016 sono state accolte venti donne e quattro bambini, che in quei mesi sbarcavano sulle nostre coste.
Donne vittime di violenza, che portavano in grembo figli di un padre senza volto.
Donne coraggiose che hanno deciso di denunciare e continuare a camminare, nonostante la salita fosse faticosa. Sono state tante le difficoltà condivise, prima fra tutte l’operazione al cuore di una ragazza della quale non conoscevamo il futuro, poiché gli “angeli bianchi” di ben due ospedali non avevano dato certezze sull’ esito ma, dopo giorni carichi di preoccupazione e attesa, la vita di questa splendida ragazza ha ripreso la sua corsa. Nel nostro piccolo abbiamo cercato di darle coraggio, così come a tutte le donne che con la loro presenza, ci hanno arricchito di forza e amore. Dal 24 luglio 2016 “Casa Anawim”, mettendo a disposizione sei posti letto, entra nel progetto dell’ATS “Filoxenia” pensato per l’accoglienza di minori stranieri non accompagnati. Ad oggi sono nove i ragazzi che hanno valicato la porta del nostro centro di accoglienza. Un luogo speciale dove si valorizza la persona nel suo essere, nel quale si possono esprimere liberamente i propri talenti. Per loro costruiamo un progetto educativo a medio-lungo termine, composto dall’ inserimento scolastico innanzitutto, per apprendere la lingua ma anche come forma di socializzazione e relazioni interpersonali. L’inserimento in gruppi scout come forma di impegno e scoperta di se stessi, integrazione con altri coetanei che permette di avere un confronto alla pari, di accrescere la conoscenza della lingua, di creare relazioni e quindi legami importanti per la vita di ognuno soprattutto per chi, come questi ragazzi, ha vissuto esperienza di guerra e di estrema povertà. Tanti i laboratori e le attività che si svolgono, in casa e fuori. Prendendo ad esempio il progetto “film” attualmente in corso, nel quale i ragazzi ogni sabato, con il supporto di Paoline onlus, visionano e successivamente commentato le pellicole; la tematica cambia settimanalmente, spaziando dal sociale, all’attualità, all’amicizia e così via. Altro laboratorio, recentemente ultimato è quello del mosaico, con il quale i ragazzi hanno sviluppato e consolidato le loro abilità manuali. Un’altra attività interessante è stata quella del sapone di casa, svoltasi ad Ecolandia con l’olio che è stato raccolto in casa dopo aver cucinato i vari cibi. Diverse anche le attività sportive e l’integrazione con altri gruppi, come scout e azione cattolica, e con le tante famiglie con le quali, attorno ad una tavola imbandita, si condividono cibo, esperienze ed emozioni. Inoltre, l’associazione Abakhi che gestisce Casa Anawim, ha chiesto di adottare l’ultima aiuola della via Maria alta (davanti la Villa Comunale), e insieme ai ragazzi della casa si prenderà cura di un piccolo bene comune della città che rientra nel progetto “Adotta il verde” del comune di Reggio Calabria. Il tema del decoro dell’aiuola sarà l’accoglienza e il tutto sarà in collaborazione con il progetto Macramè finanziato dalla presidenza del consiglio dei ministri – dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale.
Parallelamente al percorso di integrazione sociale, ogni ragazzo viene seguito anche sotto l’aspetto sanitario, attraverso la vaccinazione, analisi accurate e visite specialistiche. Di pari attenzione, l’iter burocratico finalizzato al conseguimento dei documenti di riconoscimento, fondamentale per l’inserimento dei ragazzi, viene seguito in maniera oculare per disbrigare il tutto nel minor tempo possibile.
In questo modo proviamo a costruire, mattoncino dopo mattoncino, la strada dei ragazzi interessandoci a 360gradi di tutte quelle necessità, richieste e le problematiche che incontriamo. Tutto questo è possibile grazie alla diocesi di Reggio Calabria-Bova, alla Caritas diocesana, a Bruna, a Don Nino, a Giovanni, ad Alfonso, agli operatori, ai volontari…a tutti! Proviamo a gettare semi di cui forse non raccoglieremo direttamente i frutti, ma sarà la società a farlo. In questo anno, molte le speranze e i sogni appesi a un filo sottile, accompagnati tuttavia dalla voglia di andare avanti. Abbiamo scoperto come le storie, le esperienze, i ricordi, i sentimenti, non hanno colore. L’unica cosa che riesce a tingere sono le emozioni, che uniscono e ci fanno ancora stupire della bellezza e riescono a farci capire che il cielo e le stelle che guardiamo sono uguali in qualsiasi parte della Terra. Siamo etichettati provvisoriamente come cittadini di un paese natio, ma siamo tutti potenziali nomadi naviganti del mondo.
Lo staff di Casa Anawim