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«Ho sempre cercato la fedeltà e l’ho trovata in Dio»

giuseppine

Un grembo in cui ha “respirato” l’umiltà, “l’habitat naturale” dentro cui la giornata iniziava e terminava sempre con la preghiera.Un esempio, quello dei suoi genitori, che l’ha condotta gradualmente a discernere la strada da percorrere, abbracciando un cammino di fede che fosse conforme alla volontà del Signore. Una figura di riferimento, in particolare, è stata un punto fermo nella vita di suor Florangela: don Giuseppe, il suo parroco. Con lui ha iniziato a capire che il desiderio di donare la vita per l’”unico fedele” – così definisce Dio la religiosa – era sempre più vivo. La forte testimonianza, inoltre, di alcuni seminaristi è stata per lei determinante nella scelta definitiva della vita consacrata. Sono stata colpita dalla gioia che traspariva da alcuni giovani seminaristi presenti in parrocchia – ricorda suor Florangela – e mi sono subito resa conto che, dove c’è la presenza del Signore, non manca nulla>.Quando si accostava, inoltre, allo stile di vita delle religiose della congregazione delle Figlie di San Giuseppe, un fuoco le ardeva dentro, un grido le sembrava insistente: era la voce dello Sposo che la chiamava a seguirlo nell’amore sponsale dentro la sua Chiesa. Non ha dubitato un solo istante suor Florangela; e a soli 15 anni ha scelto di entrare a far parte della famiglia religiosa delle “Figlie di San Giuseppe”. A 24 anni, dopo aver percorso il lungo tempo di formazione, ha emesso la professione solenne dei voti. «Non avrei mai perdonato un’infedeltà umana – replica la suora – per questo mi sono donata con gioia al fedele per eccellenza». L’eucarestia, il centro di tutto per le Figlie della Chiesa, diviene per suor Florangela la forza cui attingere nei momenti di difficoltà, che non sono mancati lungo gli anni di vita consacrata. Certamente, l’obbedienza è sempre stata la dura prova da superare quando la fatica prendeva il sopravvento e insidiava la definitività del dono. La religiosa a questo proposito ricorda un momento particolare del suo cammino quando le è stato chiesto di servire gli ammalati nelle case di riposo, piuttosto che impegnarsi nella cura quotidiana dell’adorazione eucaristica. Vent’anni anni accanto ai sofferenti: un tempo in cui l’obbedienza si è trasformata in una forma di abnegazione quotidiana. Oggi, suor Florangela è la responsabile della comunità di Reggio Calabria e continua ogni giorno a servire Dio e la Chiesa con lo stesso fervore dei primi tempi, con l’entusiasmo di chi guarda la storia e sa ringraziare; e soprattutto con la gratitudine di chi- come lei stessa afferma – a «ma e non può non condividere il grande dono della chiamata».
Gaetana Covelli