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La samaritana al pozzo: l’incontro con Dio rinnova la vita

samaritana

Questa frase tratta dal libro del Deuteronomio non è una massima che possiamo citare per affermare una la necessità di una realtà, ma una storia che dobbiamo raccontare per vivere nella verità, la verità di quello che siamo e che dobbiamo diventare. È una storia che comincia all’inizio della creazione, quando Dio pone l’uomo nel giardino dell’Eden e gli dà la possibilità di mangiare di tutti gli alberi del giardino tranne dell’albero della conoscenza del bene e del male. Il frutto di quell’albero veniva sostituito dall’obbedienza alle parole di Dio che ne nutrivano la comunione con il creatore. La donna e l’uomo non osservando il comando si privano della possibilità di nutrirsi dell’albero della vita, in questo modo e con il passare del tempo l’uomo si dimentica di questo dono e si concentra totalmente sul cibo corporale. Questo bisogno diventa talmente importante che quando l’uomo non è nelle condizioni di procurarselo arriva ad accusare Dio, e addirittura dubitare della sua presenza.
Il Vangelo di Giovanni ci ricorda che Il«Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi» è venuto a condividere la nostra vita per darci la possibilità di condividere la sua vita. Così lo incontriamo quando stanco del viaggio si siede presso il pozzo di Giacobbe, questa scena nella sua staticità diventa così bella da farci immaginare che Gesù e il pozzo siano una cosa sola. Dall’altra parte della scena una donna samaritana si sta preparando per andare a prendere l’acqua, sa che di questa non può fare a meno, e va nell’ora più calda pensando di non trovare nessuno.
Ed invece incontra Qualcuno a cui Dio ha fatto provare la sete, non per capire ma per capirci e farci comprendere. La richiesta di Gesù alla donna, infatti innesca un processo di conoscenza che porta necessariamente alla vita, esce dal testo e si presenta a noi come il bisogno che devono avere i figli nel Figlio: .
Attraverso la conoscenza dei bisogni dell’”altro” la dona è chiamata a conoscere i suoi veri bisogni approdando alla conclusione che l’unica necessità potrà essere soddisfatta dalla conoscenza di chi «gli sta davanti. La richiesta di Gesù suscita nella donna la prima domanda su cui si reggerà tutto il dialogo: Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» Il narratore si affretta a chiarire al lettore il motivo di tale obiezione, ma lascia che sia Gesù stesso a spiegare il “come mai”.
In un primo momento sembra quasi che Gesù stia evitando la domanda, in realtà Gesù sa che per aiutare la donna è necessario condurla a scoprire dentro di sé il bisogno di qualcosa che fino ad ora non ha considerato: «Se tu conoscessi il dono di Dio e colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui e lui ti avrebbe dato acqua viva».
Tra tante difficoltà inizia il percorso di scoperta di sé stessa attraverso il processo di scoperta di Gesù. La Samaritana è capace attraverso gli equivoci di passare dall’identità giudaica del viandante alla possibilità che l’uomo che le sta di fronte sia più grande di Giacobbe, apre così uno spiraglio dentro di sé in cui Gesù può introdurre la verità.
Grazie a questa svolta la donna diventa capace di riconoscerlo come profeta.
L’esperienza di Dio della donna è parziale, ma la porta è ormai aperta e Gesù può entrare completamente rivelando che per adorare non è importante il luogo, o meglio il luogo che intende la donna, il Padre vuole essere adorato in “Spirito e verità”.
Dopo questa frase la donna si apre allo spazio e al tempo della promessa di Dio e permette a Gesù di rivelare la sua identità: «So che deve venire il Messia …. Sono io che parlo con te» La donna è stata liberata dalla sua anfora, era uscita da casa sua per andare al pozzo, ma quando torna in città non porta acqua ma la conoscenza dell’incontro con Gesù. La donna va via e Gesù rimane con i discepoli, sono pochi gli episodi nel vangelo in cui Gesù rimane fermo e gli altri personaggi si spostano, in questo caso questa staticità è funzionale alla ricerca, come la donna è venuta al pozzo a cercare l’acqua, così i discepoli sono andati in città a cercare il cibo, in entrambi i casi non si sono accorti che la presenza di Gesù li rimandava ad altro cibo ed altra acqua.