Tra i luoghi visitati, l’antichissimo borgo di Gallicianò, nella vallata dell’Amendolea, paesino in cui ancora si parla la lingua grecanica, e poi Roccaforte del Greco e il geosito di interesse internazionale rappresentato dalla Frana Colella. A volte, alcune parole sono in grado di riassumere una intera giornata. Che può essere fatta di incontri, di pensieri, di preoccupazioni e di divertimento.
La bellezza senza tempo di Gallicianò, le sue stradine, la sua fontana, il suo museo, il suo pane appena sfornato da un fornetto arrampicato su una scaletta e ardente di fascine bruciate. Tutto questo è stato condiviso ascoltando le parole di padre Carmelo che ha spiegato in modo mirabile, dentro la piccola chiesa ortodossa del borgo grecanico, le meraviglie del rito greco, pregando in greco e inchinandosi fino a terra per rendere omaggio secondo l’uso del tempo di Quaresima, disvelando un mondo di simboli e di fede per molti poco conosciuto.
Una frana attraversata da pietre taglienti di colore rosso scheggiato, affastellate le une sulle altre come a formare piramidi imprecise, rotte e monche, instabili come il cielo di marzo ha attirato gli sguardi degli scout adulti, fino a guardare volto di chi stava a fianco, prossimo fra gli altri, universo lontano, eppure vicino.
Francesco Campolo