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Sulle orme di Madre Teresa di Calcutta

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Lei, che si definiva “una piccola matita nelle mani di Dio”, che combatteva contro l’aborto, ha avuto la forza ed il coraggio di affrontare i potenti delle grandi Nazioni, pur di aprire nuove Case religiose anche nei Paesi più ostili. Una donna umile, che parlava con semplicità, lasciando parlare per lei il suo cuore pieno d’amore. Il suo lavoro instancabile tra le vittime della povertà di Calcutta e del Mondo intero l’ha resa una delle persone più famose sulla Terra e le valse numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Nobel per la Pace nel 1979. La sua missione fu quella di prendersi cura dei “più poveri tra i poveri” e di tutte quelle persone che si sentono non volute, non amate, non curate dalla società, tutte quelle persone che sono diventate un peso per gli indifferenti e che sono fuggite da tutti. La sua lunga vita di devozione alla cura dei poveri, dei malati e degli svantaggiati, saldamente radicata in Cristo, valorizzando la dignità presente in ogni persona, anche nelle condizioni di disagio più estreme, è stata uno dei più grandi esempi di servizio alla nostra umanità.
Nei giorni della peregrinatio la sua presenza ha scaldato il cuore di ognuno di noi, per questo nelle mattinate di venerdì e sabato il nostro Parroco Don Antonio Bacciarelli e i volontari dell’Unitalsi hanno fatto visita ai sofferenti degli Ospedali Riuniti, di Villa Aurora e dell’Hospice, ai ragazzi della Scuola “Carducci – Da Feltre”, e agli anziani di Casa accoglienza “Giovanni Paolo II”; per regalare, attraverso la presenza delle reliquie, emozioni, speranza e ricordi (Madre Teresa è stata a Reggio Calabria nel ’79 e nell’82). Abbiamo vissuto momenti intensi insieme sentendoci anche noi piccole matite e grazie alle varie celebrazioni, preghiere, video e testimonianze, momenti di adorazione animati dai vari gruppi parrocchiali, dal Seminario diocesano, dall’Unitalsi e dal Gruppo “S. Giuseppe Moscati”, abbiamo toccato con mano quello che può accadere quando si vive in pienezza il comandamento dell’amore. Un momento molto toccante è stato quello del racconto di un incontro della Madre con una donna lebbrosa: “Alla Casa della Carità di Calcutta un giorno arrivò una donna lebbrosa che era stata gettata dai suoi stessi figli in un cassonetto. Madre Teresa volle occuparsene personalmente e, quando la donna stupita le chiese perché la stesse trattando con tanto amore, lei rispose che lo faceva perché le voleva bene e perché glielo aveva insegnato Dio. La donna ancora più stupita le chiese come si chiamasse questo dio e di poterlo conoscere. Madre Teresa e disse che il nome del suo Dio è Amore e che lei Lo stava incontrando attraverso le sue mani, il suo sguardo, il suo sorriso ed il suo cuore”. Ma il momento che sicuramente è rimasto più impresso, che ha toccato i cuori dei presenti, è stato quello della testimonianza di Suor Giacinta, una delle Suore di Madre Teresa, le Missionarie della Carità, che ha vissuto al fianco della piccola grande Santa all’inizio del suo noviziato, aiutandola e viaggiando con lei nell’apertura di nuove Case religiose, soprattutto nell’Est durante il periodo del Comunismo. Molto molto bello e commovente è stato il racconto di quella notte di Natale dell’82 vissuta tra la Russia e l’Armenia con la Celebrazione della Messa di Natale ed il Battesimo di tanti bambini in coma, alcuni dei quali prodigiosamente guariti all’istante. Possiamo davvero dire che in quel momento della Veglia abbiamo potuto respirare Dio e udire le melodie del Paradiso.
Anche nelle Celebrazioni eucaristiche presiedute da Mons. Mondello, Mons. Morosini e Don Gianni Polimeni, assistente regionale dell’Unitalsi, ci è stata donata la possibilità di riflettere su noi stessi attraverso la vita di Madre Teresa, su come rispondiamo alla Grazia del Battesimo per vivere la nostra santità, come viviamo i nostri momenti di oscurità dell’anima, come rispondiamo al grido di Gesù “Ho sete”.
Domenica sera la peregrinatio si è conclusa con la Celebrazione del Rito dell’Adesione dei soci dell’Unitalsi. In quell’occasione il presidente Fabrizio Scotto ha presentato le dame e i barellieri, ricordando loro la gioia e il sacrificio del servizio, e Don Antonio ha simbolicamente consegnato il cammino semplice di Madre Teresa, bussola ispiratrice della carità associativa: dal silenzio … la preghiera … la fede … l’amore … il servizio … la pace e la gioia; un cammino durante il quale ciò che conta è soltanto riempire la valigia delle opere di bene.
A noi tutti, dopo la partenza delle reliquie, rimane il compito di imitare la grandezza del servizio e dell’operato di questa “piccola grande donna” che ci incoraggia a non stancarci mai di fare, perché l’importate non è ciò che facciamo, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo; a fare piccole cose con grande amore. E allora goccia dopo goccia riempiremo l’oceano …
Mimma e Viviana