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Soggiorno Sociale, la vita come un dono prezioso

Caritas diocesana di Reggio Calabria - Bova

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Durante la settimana 8- 16 Agosto infatti, gli amici del centro polivalente “Giovanni Paolo II”, casa Cassibile e casa Corigliano sono stati ospiti del soggiorno “San Paolo”, struttura che ormai da oltre trent’anni accoglie nel tempo estivo tutti coloro i quali vivono all’interno delle comunità, dando loro la possibilità di godere di un periodo di vera e propria vacanza e relax lontani dal contesto ordinario. L’esperienza ha radici pluridecennali e coinvolgeva già negli anni settanta i pazienti dell’ospedale psichiatrico reggino che, proprio in montagna, riuscivano a ritrovare una dimensione più umana di vita e convivenza. Ancora oggi a distanza di tantissimo tempo le comunità di accoglienza offrono ai propri ospiti questa grande occasione di spensierato divertimento.
E così nell’arco di un’ intensa settimana, il soggiorno ” San Paolo” si popola di tantissime persone. Vengono infatti coinvolti in questo attesissimo appuntamento anziani soli, persone con disturbi psichici, ragazze madri e donne in difficoltà con i loro bambini e con loro tanti volontari di età ed esperienze diverse che provano ad animare, ovvero a ” dare anima”, quanti si ritrovano a condividere insieme un pezzetto del proprio percorso, della propria vita. Oltre cinquanta giovani infatti hanno deciso di dedicare il proprio tempo estivo, sottraendolo a giorni di vacanze spensierati al mare o in montagna con gli amici, per metterlo a servizio di queste persone. Sono stati coinvolti così i giovani dell’associazione di volontariato “il gabbiano”, dell’azione cattolica parrocchiale “Santa Maria Odigitria”e i giovani in servizio civile presso la Caritas diocesana. La voglia di mettersi in gioco in maniera entusiasta ha dato vita a giornate scandite da diversi momenti che hanno lasciato molto spazio alla preghiera e alla celebrazione quotidiana della Santa Messa, guidati dall’assistente spirituale don Antonino Iachino, che ogni giorno amorevolmente e con semplicità ha saputo spezzare la Parola e l’Eucarestia per tutti. Tra balli, canti, giochi all’aperto, tornei di carte e lunghe chiacchierate, ciascuno ha potuto sperimentare la bellezza di farsi vicino al prossimo scoprendo la preziosità dell’altro in un percorso incalzante sempre in salita.
L’esperienza è culminata poi con la giornata del 15 Agosto nella cui data la Chiesa celebra l’Assunzione della Vergine Maria e nella quale per tradizione viene celebrata la festa di “san Cucullo” protettore del soggiorno sociale. Si tratta appunto di un’ antica tradizione legata ai primi soggiorni, quando veniva offerta agli ospiti la possibilità di vivere una vera e propria festa di paese con tanto di bancarelle, giochi e processione del santo. La celebrazione eucaristica del mattino ha visto la presenza di S.E Padre Giuseppe Fiorini Morosini che durante l’omelia ha ricordato come ” non ci sia una risposta razionale al perché esista il dolore. Non possiamo sapere- ha detto padre Giuseppe- perché Dio permetta la sofferenza e il dolore. Ma il Cristo abbiamo la certezza che anche nelle situazioni più complicate il Signore è con noi, soffre con noi e non ci abbandona mai”. Quella del soggiorno sociale è un’ esperienza importante che permette a chi lo vive, sia esso ospite o volontario, di poter sperimentare la condivisione nelle cose più semplici, da una parola, ad un sorriso, ad un abbraccio una carezza, o ancora, ad un racconto di vita.
Ci si sente a casa, come in una vera grande famiglia che impara a vivere insieme e a conoscersi nella diversità di volti dietro i quali vi è una storia importante fatta di bisogni, fragilità ma anche talenti straordinari da scoprire. Si torna a casa con un bagaglio ancora più pesante e le parole non sono sufficienti a raccontare quanto vissuto. Il soggiorno sociale può cambiare la vita davvero, può rovesciare la prospettiva di ciascuno, in un’esperienza che può essere raccontata ma che va soprattutto vissuta in prima persona. E solo il tempo potrà permettere ad ognuno di realizzare e metabolizzare il tutto per trarne il meglio per la propria vita e per quella degli altri perché ciascuno scopra la gioia di una vita che nel servizio diventa dono per l’altro.