{module AddThis}
I giovani calabresi erano guidati da Fra Faustino, Missionario della Via e parroco di Prunella, e Suor Marilisa, missionaria alcantarina della comunità di Archi. L’esperienza del gemellaggio è iniziata nella Parrocchia di Corpo e Sangue di Cristo in Dabrowa Gornicza. I reggini, insieme ad altri dieci pellegrini di Cassano all’Jonio, sono stati accolti dal parroco e dal viceparroco e da tutti i volontari polacchi. Dopo l’accoglienza, i giovani calabresi ed i padroni di casa, hanno condiviso il pranzo.
Nei giorni seguenti è stata proposta ai reggini un’autentica esperienza di fede e di sinodalità. Ogni mattina italiani e fedeli della Diocesi di Sosnowiec si ritrovavano insieme per la preghiera delle lodi e per iniziare poi attività comuni, pellegrinaggi e visite a luoghi-simbolo della chiesa di Polonia. Non è mancata la visita ai campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau: “mi ha colpito il silenzio carico di un messaggio di cui non perdere la memoria, racconta Fra Faustino, quei muri quasi parlavano, raccontavano ancora il dramma che si è consumato in quel luogo, un dramma che noi possiamo soltanto lontanamente immaginare”. I giovani hanno vissuto in modo molto personale la visita ad Auschwitz, “non parlava nessuno, ci dice fra Faustino, c’era chi si fermava quasi in contemplazione, chi sfiorava le pareti dei blocchi dove venivano internati i prigionieri. Tutti abbiamo toccato con mano quella sofferenza causata dall’odio dell’uomo, siamo stati “alunni” di una storia che vuol farci da maestra indicandoci la via della vita e non della morte”.
Altra pietra miliare del gemellaggio con la Diocesi di Sosnowiec è stato il pellegrinaggio al Santuario di Czestochowa. Luogo caro a Giovanni Paolo II, è il cuore della tradizione cristiana della Polonia. Qui si sono ritrovati insieme tutti i pellegrini che stavano vivendo l’esperienza di un gemellaggio con una diocesi polacca. Tutti i gruppi hanno ricevuto una particolare benedizione da parte del vescovo di Czestochowa ed insieme hanno pregato il rosario.
Non sono mancate belle esperienze di comunione con le famiglie della Diocesi che ha ospitato i pellegrini reggini. “Ciò che ci ha colpito, dice fra Faustino, è che quelle piccole case erano come piccole “Betanie”, cioè dei luoghi in cui il senso dell’accoglienza ha moltiplicato la disponibilità dei mezzi…ci hanno aperto le porte di casa, ma ci hanno spalancato le porte del cuore”. Le case delle famiglie polacche sono improvvisamente diventate più grandi…quando c’è spazio nel cuore, si trova anche lo spazio per accogliere altra gente.
Il gemellaggio è un legame che rimarrà e si protrarrà oltre l’esperienza della GMG. I giovani calabresi, infatti, hanno invitato le famiglie della Diocesi di Sosnowiec che li hanno accolti a recarsi in riva allo Stretto, per vivere la medesima esperienza di condivisione e conoscenza con la Chiesa di Reggio Calabria. “Li abbiamo invitati, conclude Fra Faustino, perché qui da loro abbiamo sperimentato che nella Chiesa nessuno è forestiero, straniero né ospite, ma siamo tutti familiari di Dio e concittadini di Cristo”.