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La famiglia è la prima e più importante scuola di Misericordia

Coniugi uditori al Sinodo della Famiglia

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Relatori straordinari sono stati Peppino e Lucia, ossia i coniugi Giuseppe Petracca Ciavarella e Lucia Miglionico, genitori di quattro figli, direttori dell’Ufficio di Pastorale Familiare della Conferenza Episcopale Pugliese e Medici presso “La Casa Sollievo della Sofferenza”, l’Ospedale voluto da San Pio da Pietralcina.
I coniugi Ciavarella sono la coppia italiana che, insieme ad altre dodici coppie uditrici provenienti da varie parti del mondo, ha vissuto con i padri sinodali l’esperienza del Sinodo Straordinario sulla Famiglia insieme a Papa Francesco.
Dopo avere condiviso la Mensa Eucaristica con la comunità parrocchiale di Ravagnese, nella Vigilia della Domenica in Albis e della solennità della Divina Misericordia, davanti ad un gran numero di fedeli, hanno iniziato la loro relazione sulla “Misericordia in famiglia”, partendo dalla propria esperienza di vita vissuta nella comunità parrocchiale e diocesana di San Giovanni Rotondo. Sin dall’inizio del loro discorso, per niente formale, ma in vero stile familiare, ci si è sentiti coinvolti dalla forza delle loro parole e dalla gioia con cui vivono il proprio impegno nella Chiesa e nel mondo.
Professori del Metodo Billings dal 1985, hanno ricevuto il mandato da San Giovanni Paolo II, il quale gli disse: “Con questo diploma io vi affido tutte le famiglie che incontrerete”.
L’esperienza di stare accanto a chi soffre si evince continuamente dalla loro relazione. La vita privata e quella professionale si intrecciano strettamente, attraverso quello che per loro è diventato il vivere la propria missione, sia accanto ai bambini del reparto di pediatria oncologica, sia accanto alle coppie di fidanzati e alle famiglie, che accompagnano nella pastorale familiare.
La famiglia è il luogo delle relazioni, anzi è il luogo in cui ha origine ogni relazione. “in principio era la famiglia” ama dire Lucia, riprendendo il racconto della creazione dell’uomo e della donna. La solitudine dell’uomo è stata colmata solo dalla presenza della donna: creati insieme, l’uno dall’altra. La famiglia è quella relazione che porta ad essere due e più. Anche negli errori, essa può fare speciale esperienza della compassione, proprio come Dio verso la prima famiglia peccatrice: ne ebbe compassione, rivestendoli di tuniche di pelli. Da sempre la famiglia è stato il sogno di Dio! Essa è il luogo vero per l’educazione globale, specialmente alla misericordia.
Ricordando San Giovanni Paolo II (felice coincidenza che il giorno del convegno sia avvenuto nella ricorrenza del dies natalis del santo, quasi ad indicare la sua speciale attenzione durante la vita terrena proprio alla famiglia stessa), hanno invitato le giovani coppie a “prendere in mano la propria vita e a farne un capolavoro.
È necessario un nuovo umanesimo della e per la famiglia, hanno affermato.
Riprendendo la parabola del figliol prodigo, hanno parlato della Misericordia del Padre e di come vada vissuta all’interno dei rapporti familiari.
La famiglia è stata creata per essere libera, cui consegue anche la possibilità di sbagliare. In essa si dovrebbe imparare a chiedere perdono, il quale non corrisponde a mettere una toppa su uno strappo, ma a “rigenerare”. Ecco il Padre misericordioso della parabola! Egli vive verso quel figlio, che va via di casa e poi torna, un amore sempre in stato di rigenerarsi. Questa è la misericordia: l’amore viscerale di Dio corrisponde a far rientrare sempre il peccatore nella sede della vita e lì esser partorito di nuovo alla vita della verità. Questa esperienza dovremmo farla in famiglia ogni giorno. Imparare a dare e a chiedere il perdono se accade in famiglia aiuterà a scoprire che la dignità del perdono di Dio consiste nel rimetterci in piede dopo le nostre cadute. Concludendo hanno invitato all’impegno e alla testimonianza, ad agire nell’ascolto della Parola e dello Spirito Santo capaci di trasformare la nostra vita e renderla immagine di Dio.
Una famiglia misericordiosa fa cadere i muri dell’indifferenza e del pregiudizio, favorisce un tessuto sociale veramente umano, riportando ciascuno alla fondamentale verità dell’origine della vita, della sua dignità ed inviolabilità.

Luciana e Giuseppe Marcelli