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Papa Francesco, perciò, nella sua prima Lettera Enciclica ha definito così la fede: è una storia, che parte da Abramo, passando per la storia del popolo ebraico, fino a raggiungere la sua pienezza con Gesù. Questa storia si racconta in una comunità ed è resa credibile dalla testimonianza che la comunità dà a questa storia.
Ecco, oggi siamo noi questa comunità, che ha creduto in questa storia che altri ci hanno raccontato ed ora la raccontiamo anche noi, felici di credere e di raccontare.
All’interno di questa comunità c’è la famiglia, che riveste un ruolo decisivo ed insostituibile. Sappiamo tutti quanto sia difficile oggi educare, soprattutto alla fede, non tanto perché la gioventù sia diversa dal passato, ma perché ci sono condizioni e situazioni avverse all’azione educatrice e perché forse noi adulti abbiamo perso la volontà, la forza, la gioia di educare per una variegata serie di cause, la più grave della quali è la paura di scontentare i giovani.
Con questa mia lettera vi invito a riscoprire la bellezza dell’educazione nel contesto di un dialogo di amore tra genitori e figli, tutto proteso alla ricerca della verità, che deve essere alla base delle scelte di vita.
Voglio suggerirvi alcune cose, che sono direttamente finalizzate all’educazione alla fede, pur inquadrate nel contesto di alcuni principi generali, che riguardano l’educazione.
1. L’educazione è atto di amore di entrambi i genitori
Il compito dell’educazione, soprattutto alla fede, non può essere demandato solo a uno dei due genitori. I figli devono percepire che papà e mamma sono d’accordo nel proporre i valori, che devono orientare la vita. Riguardo alla fede, in modo particolare, va detto che trasmetterla non è solo una responsabilità delle mamme. Superiamo questa assurda posizione, dannosa per una proposta credibile della fede.
2. L’educazione è frutto di una testimonianza di vita
A ragazzi e giovani vanno trasmessi valori vissuti, non teorici. In riferimento all’educazione alla fede va chiarito che se i figli, sin da piccoli, non vedono in famiglia una fede vissuta, non l’accoglieranno mai come una proposta per la costruzione della propria vita. Per essi sarà solo una serie di nozioni da conoscere in funzione dei sacramenti da ricevere. Con rammarico dobbiamo concludere che spesso anche la catechesi, mancando l’apporto della testimonianza della famiglia, finisce per essere l’esposizione di una dottrina teorica, che nulla dice alla vita.
Voi genitori, nel trasmettere la fede, dovreste dire ai vostri figli: Ecco noi ti proponiamo qualcosa in cui abbiamo creduto e ci siamo trovati bene; accetta anche tu questa proposta di vita e sarai felice anche tu come lo siamo noi.
3. Educazione alla fede e catechesi in Parrocchia
La catechesi in Parrocchia non può e non deve sostituire l’educazione alla fede impartita in famiglia. La Parrocchia è di supporto e completa quanto i genitori trasmettono ai figli. In famiglia, poi, la catechesi parrocchiale deve trovare la sua attuazione, altrimenti è inutile. Non serve, ad esempio, che in Parrocchia si educhi alla preghiera, se poi in famiglia nessuno prega e i ragazzi non fanno mai l’esperienza di una famiglia che crede e che prega assieme.
4. Collaborazione tra genitori e catechisti
Perché si realizzi quanto detto sopra, è necessario che voi genitori, entrambi e non solo le mamme, collaboriate con i catechisti, accompagnando i figli nel loro cammino di fede, partecipando agli incontri che in Parrocchia vengono organizzati per voi genitori, interessandovi di quanto i vostri figli fanno in Parrocchia, tenendo i contatti con il Parroco e i catechisti.
5. Catechesi e sacramenti
L’educazione alla fede non si identifica con la catechesi in preparazione ai sacramenti. La fede ha un contesto molto più vasto e l’educazione ad essa va oltre i sacramenti. La fede abbraccia tutta la vita e orienta le scelte morali della persona. Un sacramento lo si può ricevere fuori dal contesto della vita, come avviene, purtroppo, per tante cresime.
Perciò, cari genitori, non abbiate fretta di far ricevere i sacramenti ai vostri figli, ma fate capire loro che devono educarsi alla fede. I ragazzi, siccome mancano della convinzione che viene dall’età adulta, rischiano di fare il catechismo solo per ricevere la prima comunione o cresima, per cui, dopo aver ricevuto il sacramento, abbandonano la Chiesa e ogni forma di vita cristiana. È questo che volete dai vostri figli? È questa la fine che debbono fare i sacramenti?
Ecco perché vi chiediamo di preoccuparvi anzitutto della loro educazione alla fede e poi dei sacramenti.
6. Una formazione per la vita
Miei cari genitori, la formazione alla fede non può ridursi ad una serie di lezioni di catechismo. Bisogna educare alla vita di fede: al centro deve stare la vita con tutte le sue manifestazioni. Non è sufficiente, quindi, mandare i vostri figli al catechismo settimanale. È necessario un’educazione ampia: alla preghiera, alla celebrazione eucaristica, all’ascolto della Parola di Dio, all’inserimento nella comunità di fede, alla testimonianza della carità.
A che serve, ad esempio, la sola catechesi settimanale senza la messa domenicale? A che serve ricevere la comunione una volta, se essa non diventa il centro della vita, come ha detto Gesù?
7. Formazione progressiva
Nella trasmissione della fede c’è un processo o crescita graduale. Las formazione, pertanto, deve essere progressiva, rispettando alcune tappe di maturazione. Non ricordatevi, pertanto, di inviare i vostri figli al catechismo solo quando in Parrocchia si avvicina il tempo dell’amministrazione dei sacramenti e pretendere di fare tutto in fretta. I parroci sanno che non possono accogliere la vostra richieste e accondiscendere alla vostra fretta, perché verrebbero meno alla loro missione di evangelizzatori. Però, non insistete. Per il bene dei vostri figli, invece, se veramente li volete cristiani, consentite loro un serio cammino graduale, a tappe, rispettando i differenti momenti e contenuti dell’annuncio della fede.
8. Formazione in parrocchia ed esperienza di fede in famiglia
Non succeda, miei cari, che i vostri figli sentano parlare di fede e di religione solo in Parrocchia. Ci sia invece osmosi tra ciò che voi testimoniate e insegnate a casa e quanto viene insegnato in Parrocchia.
Vi invito, pertanto, a pregare a casa con i vostri figli, a leggere assieme la Parola di Dio, ad andare assieme a messa. Per santificare la domenica e gli altri giorni festivi. Sarebbe una grande testimonianza di fede vedere la famiglia la domenica celebrare assieme il giorno del Signore!
Molti di voi avete i vostri figli nelle associazioni parrocchiali dell’Azione Cattolica e degli Scout. Invito gli altri genitori a farlo anche loro. È un aiuto in più per formare i vostri figli e tenerli lontano da tanti pericoli.
Carissimi,
la fede è una proposta e un progetto di vita, che ha come premessa la libertà di coscienza. A credere nessuno ci obbliga!
Voi siete liberi di trasmettere la fede ai vostri figli. Ricordate, però, che se scegliete di trasmettere la fede, dovete camminare insieme con i vostri figli, testimoniando una fede vera ed operosa.
Ve lo auguro dal profondo del cuore, mentre prego il Signore di sostenervi in questo compito difficile, che è l’educazione.
Da parte mia vi benedico cuore e vi chiedo di pregare per me.
+ p. Giuseppe
vostro Vescovo