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La comunità in preghiera per i sacerdoti defunti

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Ci sono pure alcuni fedeli laici a vivere il Divino Sacrificio nella piccola Cappella.
Subito dopo il Segno di Croce, Padre Giuseppe introduce la Concelebrazione sottolineando la “gratitudine verso i nostri fratelli sacerdoti che vivono nella piena visione di Dio.
Da loro abbiamo ereditato la missione, il sacrificio, il servizio alla Chiesa.
Grati, a loro raccomandiamo il nostro Ministero Sacerdotale e la nostra Chiesa Diocesana.
Guardare a questi nostri fratelli defunti è guardare con occhi di Speranza … è guardare a coloro che il buon Dio ci donerà come futuri presbiteri.
Preghiamo per le Vocazioni, consapevoli che un giorno saranno altri confratelli presbiteri a pregare per noi…”.
All’omelia, invece, Mons. Morosini esordisce volgendo lo sguardo a “questi nomi, la maggior parte a me sconosciuti.
Dietro ogni nome, ogni volto, c’è una storia di fede creduta, di fede trasmessa.
Sono stati uomini che, come noi, hanno lottato per la Fede.
A loro desideriamo affidare la nostra Chiesa diocesana nell’anno che abbiamo deciso di dedicare al “trasmettere la Fede oggi”.
Preghiamo loro di intercedere affinché anche noi possiamo essere testimoni fedeli e annunciatori della nostra Fede”.
E ai preti presenti, Padre Giuseppe, ricorda che “voi occupate parrocchie e incarichi a suo tempo occupati da questi nostri fratelli sacerdoti defunti.
Ripensate ai vostri predecessori, al loro modo pastorale di agire; a loro raccomandatevi.
E raccomandiamo loro nuove Vocazioni.
Ma, attenzione: la preghiera per le Vocazioni non è una raccomandazione che deponiamo sull’Altare, che lasciamo ad altri … dev’essere preoccupazione nostra, di ciascun presbitero!
Nelle nostre parrocchie le Vocazioni ci sono… Si tratta di saper discernere, accogliere, coltivare… E chiedendo ai nostri fratelli sacerdoti defunti d’intercedere affinché il buon Dio mandi nuove Vocazioni c’impegniamo noi a lavorare nella pastorale vocazionale, ricordando che i nuovi presbiteri saranno coloro ai quali passeremo il testimone della nostra Fede, del nostro Ministero.
Proprio come chi non c’è più ha fatto con noi!”
La Concelebrazione Eucaristica prosegue secondo i normali canoni.
All’Offertorio sono sempre i preti ad intonare il canto, a dar, con la voce del cuore, colore e sapore ai versetti di “Se m’accogli”, l’inno che Pierangelo Sequeri compose al tramonto del Secolo scorso: “Io ti prego con il cuore/ so che tu mi ascolterai/ rendi forte la mia fede più che mai/ Tieni accesa la mia luce/ fino al giorno che tu sai/ con i miei fratelli incontro a Te verrò…” E al termine della Santa Messa, prima d’impartire la Benedizione, Padre Giuseppe ricorda anche “i sacerdoti e i religiosi le cui spoglie mortali riposano in altri cimiteri, magari in giro per l’Italia.
A loro, che soltanto per una porzione di vita hanno servito e amato la nostra Chiesa diocesana, il nostro affettuoso e grato ricordo”.
Un inno a Maria, Madre nostra, suggella uno dei momenti più intimi che, forse, il presbiterio reggino vive accanto al proprio Pastore…
Il grato ricordo verso chi ha già percorso un tratto di strada, lo sguardo rivolto all’esemplare vita vissuta all’ombra della Croce del Risorto, il cuore proteso verso chi, e quando Dio vorrà, prenderà in mano le redini di questa nostra amata Chiesa che è in Reggio – Bova!
Antonio Marino