Cerca
Close this search box.

Laudato Si’: la carità è il linguaggio migliore per trasmettere la fede

caritas

{module AddThis}
Suor Katia ha fin da subito richiamato i presenti a fare chiarezza su ciò che ci accomuna tutti, credenti e non, ovvero il “linguaggio della carità” che non ci fa accontentare di fare semplicemente il bene ma che ci spinge a cercare costantemente il meglio.
La Chiesa ha una sua storia che si incrocia col modo di Dio di fare la Storia ovvero la Misericordia il cui significato, fra i tanti, è “Dio ricomincia”. Due gli aspetti fondamentali da cui partire: “Una conversione Relazionale” e “Una nuova mentalità”.
San Francesco nel suo Testamento fa memoria della sua conversione non come evento morale ma come conversione relazionale che fa nascere una nuova identità: non più quella del cavaliere/mercante ma del fratello, passando dal “tu mi servi” al “come posso servirti?”.
Conversione Relazionale vuol dire allora: “essere con l’altro”.
A questo punto Sr. Katia è entrata nel vivo della discussione sull’enciclica del Papa “Laudato sì – La cura della casa comune” ponendo l’accento su alcuni aspetti fondamentali.
Innanzi tutto i destinatari sono “tutti gli uomini, tutto l’uomo”, non solo gli “uomini di buona volontà”, come diceva Giovanni XXIII, ma l’uomo nella sua interezza e che è innanzi tutto Figlio di Dio.
L’enciclica traccia la linea propositiva di “Un’ecologia integrale” che evidenzia l’impossibilità di risolvere i grandi problemi in assenza di un’azione rivolta prima di tutto alla nostra vita e ai poveri: è necessario uno sguardo d’insieme poiché ogni cosa è imprescindibilmente legata all’altra.
Spesso, fa notare Sr. Katia, partiamo dalla poltrona per progettare mentre Cristo parte dal volto, dalla persona: prima devo incontrare gli altri!
Ecco allora i sei punti di vista da cui ripartire: Un nuovo paradigma – tutto è relazione e nulla esiste fuori della relazione; Un’ecologia integrale – ambientale, economica e sociale; La cura – un modo di vivere al «modo di Dio»; La terra – una casa comune; Libertà dalla paura del futuro – il dialogo per vincere la paura del diverso; Grido della terra grido dei poveri – il rispetto: chi maltratta un povero fa ingiuria a Cristo.
Il convegno si è concluso con l’intervento di Mons. Morosini, il quale ha richiamato tutti a una lettura delle proprie attività di operatori pastorali della carità nel contesto del tema generale dell’anno pastorale della Chiesa reggina-bovese “Trasmettere la fede”: la carità è uno dei linguaggi attraverso cui farlo meglio.
Gli operatori caritas hanno così ricevuto il mandato pronti a ripartire da ciò che Sr. Katia ha ricordato a conclusione del suo intervento: “il discernimento e il ritrovarci intorno alla Parola sono i porti sicuri per ritornare a vivere al modo di Dio”.
Flora (Animatrice di strada – Archi)