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L’artista ringrazia Don Paviglianiti per l’incarico affidatogli e per « il grande entusiasmo e la voglia di rinnovare dimostrati sin dal suo arrivo».
Poi racconta la sua opera, spiegando di essersi ispirato «a muralisti contemporanei, che lavorano nelle grandi capitali mondiali e di aver utilizzato «uno stile semplice, sintetico, moderno» in grado di poter parlare a tutti, senza distinzione di età o livello culturale.
Prosegue illustrando il murales: «Nella parte sinistra c’è la città, c’è la parrocchia e c’è una croce ma con delle foglie, quasi fosse un albero, simbolo di rinascita.
Verso destra il messaggio si sviluppa con una colomba e una mano che tiene un ramoscello, simboli di pace e di amore per la natura.
La parte centrale è dedicata allo Stretto di Messina e le sue meraviglie da proteggere, il delfino, i coralli, il sole.
Infine, ci sono dei ragazzini che corrono: significato di vita, energia, speranza.
E’ così che le nuove generazioni ricevono un esempio positivo, attraverso forme, colori e simboli.
Non possiamo sperare che i futuri cittadini facciano qualcosa di bello se crescono vedendo cose brutte».
Ricchetti materializza così, l’impegno della Chiesa nel lanciare un messaggio di positività e soprattutto di speranza che fa da vero contraltare alle brutture del mondo moderno.
L’opera è quindi la ciliegina sulla torta di altre azioni di miglioramento intraprese da don Salvatore, come ad esempio la ristrutturazione totale delle due aule del catechismo, intitolate a Don Mimmo Giacobbe e a Padre Tomadini, precedenti parroci del santuario, il ripristino del giardino, delle panchine e dei lampioni, il tutto per creare un ambiente che possa essere accogliente per i fedeli e per dare un esempio tangibile a tutti i cittadini che questo mondo si può migliorare con la buona volontà.
Stefania Laganà