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Nella lettera indirizzata all’arcivescovo Fisichella, incaricato di preparare le iniziative giubilari, il Papa ha espresso alcuni punti in merito alla salvezza delle anime e quindi all’indulgenza giubilare. Tra questi ne spiccano tre: l’indulgenza sarà concessa anche in tutte le cappelle delle carceri; tutti i sacerdoti del mondo potranno assolvere il peccato di aborto; l’assoluzione sarà pienamente valida anche confessandosi dai sacerdoti della Fraternità San Pio X fondata da Lefebvre. Novità forti e significative rispetto al giubileo del Duemila.
Il primo punto, riguarda i carcerati. Il Papa apre a tutte quelle persone che pur meritevoli di pena, hanno riconosciuto l’ingiustizia commessa.
Il secondo punto rivela scenari veramente nuovi.
Tutti i preti possono assolvere il peccato di aborto. Afferma Francesco nella lettera: “Nonostante qualsiasi cosa in contrario, ho deciso di concedere a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono”. Il procurato aborto, che prevede la scomunica latae sententiae per la donna, per chi la induce ad abortire e per chi pratica o coopera all’aborto, non può di norma essere assolto da tutti i confessori, ma soltanto dal vescovo o da alcuni sacerdoti da lui delegati. E’ evidente la volontà di permettere alle persone segnate da questo dramma di riavvicinarsi alla Chiesa e ai sacramenti, affinché nessuno si perda.
Il terzo punto riguarda la decisione che legittima pienamente nel periodo giubilare le confessioni e le assoluzioni amministrate dai preti lefebvriani, ai quali attualmente non è consentito confessare.
È un gesto di misericordia verso questa Fraternità sacerdotale ma è soprattutto, in attesa di ulteriori passi dottrinali e canonici.
Ricordando chi è in carcere, il Pontefice ricorda che “Il Giubileo ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto”. L’iniziativa inedita del Papa ha anche convocato per la prima volta i detenuti in piazza san Pietro per una celebrazione a loro dedicata. Un Papa, dunque, che apre all’indulgenza e dà spazio alla tenerezza.
“Desidero che l’indulgenza giubilare – scrive il Pontefice nella lettera – giunga per ognuno come genuina esperienza della misericordia di Dio, la quale a tutti va incontro con il volto del Padre che accoglie e perdona, dimenticando completamente il peccato commesso”.
“Per vivere e ottenere l’indulgenza”, basta compiere “un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa, aperta in ogni Cattedrale o nelle chiese stabilite dal Vescovo diocesano, e nelle quattro Basiliche Papali a Roma, oltre che “nei Santuari dove si è aperta la Porta della Misericordia e nelle chiese che tradizionalmente sono identificate come Giubilari”. Per Francesco, inoltre, “è importante che questo momento sia unito al Sacramento della Riconciliazione e alla celebrazione della santa Eucaristia con una riflessione sulla misericordia”.
Gaetana Covelli