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Lo Spirito comunica un’esperienza

{module AddThis} Ora noi abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio per riconoscere ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose parliamo con parole suggerite dallo Spirito” È necessario anche in questa situazione parlare, ma affidandoci a parole ispirate che sono contenute nella Bibbia e che la liturgia domenicale ci propone.
Nella sua sapienza la liturgia è lineare e semplice perché ognuno possa accogliere quanto lei, dà, per ogni elemento dona un’indicazione creando un percorso per la vita dell’uomo. La prima lettura ci parla della strada attraverso cui giunge la via comunicativa; il Vangelo si concentra sulla natura e la funzione di questo dono comunicativo; la seconda lettura ci descrive gli effetti di questo dono in noi; il salmo, infine, ci aiuta a rendere grazie, nel dono, per dei doni ricevuti.
Gli Atti degli Apostoli ci presentano un evento comunicativo, che l’autore colloca in un tempo ben preciso, il giorno di Pentecoste, in uno spazio non precisato ma inizialmente un luogo chiuso.
Qualcosa si rende udibile e visibile, dall’Uno al molteplice poiché le lingue di fuoco visibili non si posano su tutti ma su ciascuno di loro, come se lo stesso dono nello stesso luogo e nello stesso momento fosse particolare per ognuno. L’evento uditivo e visivo è un vento comunicativo poiché tutti furono ripieni di Spirito santo, un vento che rende comunicativi tutti coloro che ne hanno fatto esperienza: “E cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava il potere loro di esprimersi”. Lo Spirito entra in un luogo, dove i discepoli sono chiusi e li costringe a uscire, gli dà la capacità di aprirsi, di aprirsi alle nazioni. Lo Spirito apre alla comunicazione!
Sulla stessa linea si situa il Vangelo di Giovanni che ci dice che lo Spirito è il Consolatore, colui che viene dal Padre si mette accanto a noi e rende testimonianza al Figlio. È uno Spirito che guida attraverso la parola di verità che è Gesù Cristo, che rende capaci di accogliere e portare il peso di questa verità. È uno spirito che guida perché attraverso quello che ha udito, è capace di indicare le cose future Il tema dello Spirito che guida è ripreso da Paolo nella lettera ai Galati, lasciarsi guidare dallo Spirito significa camminare secondo lo Spirito.
L’evento dello Spirito in noi non è una realtà statica, non si tratta di una scelta fatta in modo definitivo, ma un costante riproporsi, nell’orientamento quotidiano, della necessità di scegliere sempre nuovamente, di permettere allo Spirito di scendere dentro di noi per portare quei frutti che manifestano non solo la scelta ma soprattutto la sua presenza: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di se. Ogni giorno si deve riprendere il cammino secondo lo Spirito, ma questo è possibile se viviamo secondo lo Spirito. Facciamo, dunque, nostra l’invocazione del versetto alleluiatico: Vieni Santo Spirito, riempi il cuore dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore. Uniamo all’invocazione il ringraziamento presente nel salmo 103 che riconosce la grandezza di Dio nella creazione e nella storia, la grandezza di un Dio che si rivela nella natura e nel tempo attraverso il dono dello Spirito.
L’evento comunicativo dello Spirito significa all’inizio consapevolezza di uno schiudimento, un allargamento della coscienza che rivela l’individuo a se stesso. D colpo tutte le relazioni diventano chiare: coscienza di sé e coscienza di Dio sono date in una volta, insieme alla coscienza della missione verso gli altri.