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Mons. Pasini, esempio straordinario di fede operosa

Mons. Pasini a Reggio Calabria

{module AddThis}Dopo qualche giorno lui stesso riferisce le parole che, dopo un momento di commosso silenzio, ha rivolto al Santo Padre: “Santità la sua elezione è stata per me liberante. Quando la elessero Papa, io ero in gran confusione, poi ebbi un’illuminazione e pensai: ‘offro la mia sofferenza a Dio per il Papa, perché possa compiere il suo enorme compito di riforma della Chiesa’. Dopo questo fatto tutto mi fu più chiaro: la mia malattia non cadeva nel vuoto ma aveva un compito nella Chiesa e nel mondo. Quando l’offerta è al Signore, tutto diventa più significativo. Non soffrivo invano, tutto si univa alla sofferenza di Cristo. Ora ho uno scopo per cui pregare e per cui soffrire”.
Il percorso della vita di Mons. Pasini non può essere separato dalla grande figura di Mons. Giovanni Nervo, suo grande amico e primo presidente della Caritas Italiana, che è morto due anni prima, esattamente nello stesso giorno 21 marzo 2013. Insieme, fin dall’inizio, hanno costruito la straordinaria vicenda della Caritas, avvalendosi della generosa e intelligente collaborazione del nostro don Italo Calabrò, di don Luigi Di Liegro e di tanti altri preti, religiosi e laici che hanno saputo trasmettere il fuoco della carità ai molti operatori pastorali e volontari sparsi in tutte le diocesi d’Italia.
Padovano come Mons. Nervo, Pasini è nato il 26 dicembre del 1932 a Piove di Sacco (Pd), ha compiuto gli studi teologici nel Seminario di Padova ed è stato ordinato sacerdote l’8 luglio 1956. Ha svolto per 11 anni il suo ministero presbiterale in Diocesi. Dal 1967 al 1971 viene chiamato a Roma per svolgere il servizio di Vice Assistente Nazionale delle Acli, con l’incarico di seguire la formazione dei quadri nazionali e provinciali dell’Associazione. Consegue in quegli anni la Laurea in Scienze Politiche all’Università “La Sapienza”. Nel 1972 Mons. Giovanni Nervo chiede al Vescovo di Padova che d. Pasini possa collaborare nella Caritas italiana, importante istituzione nata da poco per volere del Papa Paolo VI e della quale Mons. Nervo era stato nominato Presidente. Svolge l’importante servizio di responsabile del settore “Studi, formazione e documentazione” di Caritas italiana fino al 1986. In quell’anno Mons. Nervo lascia la Presidenza di Caritas italiana per scadenza del secondo mandato a norma di Statuto e la Conferenza episcopale italiana nomina al suo posto, secondo le indicazioni del nuovo Statuto, come Direttore nazionale, Mons. Giuseppe Benvegnù Pasini, che ricoprirà questa carica per due mandati consecutivi fino al marzo 1996. Lasciata la Caritas, ritorna nella sua Diocesi di Padova, dove per 4 anni svolge il servizio di Direttore del Centro Giuseppe Toniolo e successivamente per 10 anni è chiamato a presiedere l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del clero. Nel 1997 Mons. Nervo lascia la Presidenza della Fondazione E. Zancan, da lui fondata, e chiede a Mons. Pasini di prendere il suo posto.
Nervo e Pasini sono stati grandi maestri di vita cristiana e civile, straordinari testimoni della carità e grandi profeti impegnati nel servizio agli ultimi e ai poveri e nella promozione della giustizia e della pace. La Caritas italiana e le Caritas diocesane hanno avuto in consegna da questi giganti della carità un patrimonio che devono gelosamente custodire e valorizzare.
Mons. Pasini ha operato per 24 anni all’interno di Caritas italiana. Ha fatto tutto il possibile per incoraggiare le Diocesi a promuovere le Caritas diocesane e parrocchiali. Ha sempre svolto il suo lavoro con instancabile impegno, ma ha saputo anche formare un numeroso gruppo di collaboratori, instaurando con loro un rapporto di intelligente corresponsabilità e un clima familiare, di rispetto reciproco e di stima.
Un legame particolare ha sempre avuto con la nostra Diocesi, dove più volte è stato invitato a parlare ai sacerdoti, agli operatori della Caritas, ai volontari, agli obiettori di coscienza e alla grande famiglia del Centro Comunitario Agape e della Piccola Opera Papa Giovanni, di cui ha sempre nutrito una grande stima. La fraterna amicizia che lo legava a Mons. Italo Calabrò , primo presidente e fondatore della Caritas diocesana, e al suo successore nella direzione di questo importante organismo pastorale ha consentito a Mons. Pasini di conoscere a fondo le opere promosse da don Italo e i suoi progetti di promozione umana , di lotta alla violenza mafiosa, di educazione alla giustizia e alla legalità e di difesa dei deboli e dei poveri, superando la diffusa mentalità assistenzialistica e impegnandosi a prevenire concretamente ogni forma di marginalità nel rispetto della dignità delle persone in difficoltà. Ha sempre apprezzato molto le opere-segno, promosse dalla Caritas diocesana, le attività formative del volontariato e degli operatori della pastorale della carità, chiedendoci più volte di raccontare ad altri quello che noi facevamo, considerandolo esemplare e di pregevole valore pedagogico. La sua morte è una grande perdita per tutti. Ci resta l’obbligo della gratitudine a Dio per il dono fatto alla Chiesa attraverso questo servo fedele, testimone di fede limpido e coerente, appostolo di una carità aperta a tutti ma preferenziale verso i poveri, sempre impegnata a promuovere la giustizia e a liberare i poveri dalla dipendenza altrui.
Personalmente considero un grande privilegio l’averlo incontrato, una grande grazia aver potuto lavorare con lui per cinque anni alla Presidenza della Caritas italiana e un dono incommensurabile, che non dimenticherò mai, la sua amicizia, la sua serenità e il suo sorriso.