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Effatà, la Caritas in campo contro l’AIDS

Progetto Effata Reggio Calabria

{module AddThis sull’attuale diffusione della malattia. Inoltre è stato notato che negli ultimi anni si è registrato un calo dell’attenzione sul tema HIV/AIDS, come se il problema non esistesse più, come se le scoperte e i progressi della scienza avessero risolto definitivamente il problema; a questo si aggiunga una certa stanchezza e incapacità da parte delle comunità civile ed ecclesiale di capire su quale lunghezza d’onda reimpostare un impegno in questo ambito.}
Tutte le realtà che hanno aderito al progetto nazionale hanno concordato sulla necessità di riattivare percorsi di informazione e sensibilizzazione che vedano le Caritas diocesane protagoniste, senza negare l’importanza e la ricchezza di quanto realizzato fino ad ora, ma al contrario valorizzando le esperienze e affiancando a queste un’attenzione ulteriore e più specificatamente volta all’animazione della comunità.
Ed è in questa prospettiva che anche la nostra Caritas Diocesana decide di aderire a tala iniziativa.
Nella diocesi di Reggio Calabria la tematica dell’Aids è stata affrontata negli anni 90 quando il virus faceva paura e lo stigma sociale era molto alto.
Nel 1994 grazie ad alcuni sacerdoti sensibili, venivano avviati dei corsi di sensibilizzazione al volontariato e nasceva la Casa Famiglia Don Italo Calabrò, ad opera del privato sociale sostenuta anche dalla Caritas Diocesana.
Casa Don Italo è oggi una bella realtà della nostra città, ed è gestita dalla Piccola Opera Papa Giovanni, che accoglie persone in HIV/AIDS prive di qualsiasi sostegno familiare e sociale.
Oggi a Reggio Calabria lo stigma sull’Aids non esiste, non perché abbiamo superato le paure e i pregiudizi, ma non esiste, perché non se ne parla più. Alla paura si è sostituita la negazione della problematica.
Non c’è lo stigma, perché si ignorano le cause, portando delle conseguenze e delle ripercussioni che la malattia ha, sia in cui ne è portatore sia in chi gli vive accanto.
È proprio per questo motivo che il nostro progetto è stato denominato Effatà (uscire dal silenzio). Attraverso il progetto “Effatà” si intende risvegliare nella nostra città, l’attenzione verso il problema dell’Hiv/Aids, cercando di svolgere un’azione di informazione, sensibilizzazione e animazione all’interno della comunità.
L’occasione di poter partecipare al progetto nazionale è per noi:
1. un modo di volerci riappropriare del ruolo profetico esercitato anni fa
2. il desiderio di riportare al centro la persona, augurandoci, senza creare lo stigma, per poter dire ancora che l’Aids non è il virus ma qualcosa di più di una malattia infettiva: è un modo di ripensare la vita.
3. L’occasione è anche quella di riallacciare legami tra i soggetti: i Centri d’Ascolto e le comunità parrocchiali.

L’obiettivo generale del progetto è quello di curare alcune azioni specifiche qui di seguito riportate:
1. “Sensibilizzazione/formazione dei CDA” diocesani e parrocchiali e Caritas parrocchiali.
2. Azione di sensibilizzazione rivolta agli adulti delle nostre parrocchie.
3. Attività di azioni di pastorale integrata con uffici diocesani, affinchè si possa Costuire una rete per la realizzazione di azioni di pastorale integrata con i diversi uffici diocesani ed in particolare con l’ufficio della pastorale della salute con lo scambio di informazioni e messa in comune di risorse.
Matteo De Pietro