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L’Anno della Vita Consacrata: tempo di riflessione e preghiera

Anno della Vita Consacrata a Reggio Calabria

{module AddThis} È utile sottolinearne due passaggi fondamentali.
Innanzi tutto l’Anno della Vita Consacrata non riguarda soltanto le persone consacrate, ma la Chiesa intera. “Mi rivolgo così a tutto il popolo cristiano, scrive il Santo Padre, perché prenda sempre più consapevolezza del dono che è la presenza di tante consacrate e consacrati, eredi di grandi santi che hanno fatto la storia del cristianesimo”.
Cosa sarebbe la Chiesa senza san Benedetto e san Basilio, senza sant’Agostino e san Bernardo, senza san Francesco e san Domenico, senza sant’Ignazio di Loyola e santa Teresa d’Avila, senza sant’Angela Merici e san Vincenzo de Paoli. L’elenco si farebbe quasi infinito, fino a san Giovanni Bosco, alla beata Teresa di Calcutta? Il beato Paolo VI affermava: «Senza questo segno concreto, la carità che anima l’intera Chiesa rischierebbe di raffreddarsi, il paradosso salvifico del vangelo di smussarsi, il “sale” della fede di diluirsi in un mondo in fase di secolarizzazione».
“Mi rivolgo infine, continua Papa Francesco, ai miei fratelli nell’episcopato. Sia questo Anno un’opportunità per accogliere cordialmente e con gioia la vita consacrata come un capitale spirituale che contribuisce al bene di tutto il corpo di Cristo e non solo delle famiglie religiose. «La vita consacrata è dono alla Chiesa, nasce nella Chiesa, cresce nella Chiesa, è tutta orientata alla Chiesa».
Anche Mons. Morosini in occasione della Solennità dell’Immacolata, ha scritto a tutti i sacerdoti per invitare ogni Parrocchia a prendere parte alla Celebrazione di giovedì 11: “Avrò modo durante questo anno di rivolgermi direttamente ai fedeli per spiegare il dono grande della vita religiosa per una vita diocesana. È appena il caso di ricordare tutto il bene fatto dai religiosi e soprattutto dalle religiose nei vari campi dell’apostolato, soprattutto la scuola e i servizi di carità. Non finiremo mai di ringraziare Dio per tutto questo bene”.
I consacrati e le consacrate sono coscienti che, oltre a raccontare la grande storia che hanno scritto nel passato, sono chiamati a scrivere una non meno bella e grande storia nel futuro. Tutto questo porterà i religiosi e i consacrati a continuare il rinnovamento proposto dal Concilio, potenziando la loro relazione con il Signore, la vita fraterna in comunità, la missione, e curando una formazione adeguate alle sfide del nostro tempo, in modo da «riproporre con coraggio» e con «fedeltà dinamica» e creativa l’esperienza dei loro fondatori e fondatrici.