{module AddThis}Ecolandia, imponente struttura militare costruita verso la fine del secolo XIX a difesa dello Stretto contro possibili incursioni straniere, è ben lontana dall’essersi ridotta a un rudere archeologico; si è infatti trasformata in un accogliente centro dai molteplici usi: con aree destinate ad attività culturali, a spettacoli, a giochi, da praticare liberamente all’aria aperta: posto ideale per tranquilli weekend di famiglie con bambini, per campi scuola, per incontri anche di alta cultura e di attualità; e sabato 27 settembre ha ospitato la “Cittadella dei migranti”.La manifestazione è stata promossa dal “Coordinamento ecclesiale di pronto intervento”, per opera soprattutto di Bruna Mangiola del Masci. Tale Coordinamento è nato a fino luglio 2013 in occasione del primo grande sbarco nel porto di Reggio di profughi provenienti dall’altra sponda del Mediterraneo ed è stato puntualmente presente e attivo anche quest’anno ad ognuno dei 23 sbarchi che hanno portato tra noi oltre 14.000 disperati fuggiti da guerre, da lotte civili, da persecuzioni, insomma da situazioni a rischio di sopravvivenza.
Tale Coordinamento comprende una decina di organismi e associazioni ecclesiali o di ispirazione cristiana come Caritas, Masci e Agesci, Centro Missionario, Comunità Papa Giovanni XXIII, Centro di ascolto G. B. Scalabrini, Missionarie e Missionari Scalabrinaini, Cvx, Moci, Vides, Comunità S. Egidio ed altri. Il più vistoso dei suoi servizi sta nel fornire indumenti, calzature, articoli di igiene personale fin dal primo momento che questi profughi scendono dalla nave e poi nei giorni successivi nelle strutture di prima accoglienza. E’ vicino a loro non solo nell’evangelico “vestire gli ignudi”, ma pure col fornire la possibilità di contatto con i familiari nel loro paese di origine o di destinazione, con la presenza di mediatori linguistici e culturali, con l’accompagnamento alla stazione ferroviaria al momento della partenza, con l’improvvisare giochi e passatempi vari soprattutto per i più piccoli e soprattutto col contatto umano caloroso e incoraggiante, incluso anche qualche momento religioso per i cattolici.
Tutto questo non sarebbe possibile senza l’intesa cordiale con le molteplici Istituzioni pubbliche che interventono di ufficio in queste occasioni, in particolare la Prefettura, la Questura, la Capitaneria del porto, la Protezione Civile con i gruppi di volontariato aggregati alla medesima. Proprio per esprimere lo stretto rapporto di reciproca fiducia e collaborazione con queste Istituzioni si è pensato di invitare loro rappresentanti di a Ecolandia e invitare allo stesso tempo la cittadinanza reggina per darle l’opportunità di essere direttamente informata dalle più autorevoli voci su come si svolge l’opera di soccorso e di prima accoglienza e dissipare equivoci, allarmi e spropositi che circolano in abbondanza tra la nostra gente. Per questo sulla vasta spianata del Forte di Ecolandia, la cosiddetta Piazza d’Armi, è stata allestita una lunga serie di gazebo nei quali con scritte, foto, simboli, attrezzi di lavoro veniva illustrato il servizio specifico che le singole realtà istituzionali e di volontariato offrono a questi stranieri.
Sullo sfondo della piazza prende rialto la “tenda delle informazioni” molto spaziosa, dentro la quale è stato presentato anche un filmato di grande, emozionante efficacia sugli sbarchi. Di fronte alla tenda era predisposto un tavolo attorno al quale si è radunato un folto pubblico per sentire queste informazioni direttamente dalle personalità invitate. Dopo che tre membri del Coordinamento hanno presentato la storia, la natura, la molteplice attività del medesimo, hanno preso la parola quattro medici: due di loro hanno illustrato quanto sul piano sanitario viene prestato agli immigrati al momento dello sbarco o nelle strutture di prima accoglienza, gli altri due, membri dell’Usmaff (Ufficio di sanità marittima, aerea e di Frontiera) hanno parlato dell’operazione Mare nostrum e del servizio da loro reso a questi profughi dal momento del loro trasbordo dal barcone in avaria alla nave della nostra Marina militare, con attenzione soprattutto a eventuali di sintomi di malattie serie o contagiose. Unanime è stata la loro rassicurazione che il pericolo di contagi per la nostra popolazione è frutto di pura fantasia e di chiacchiere male intenzionate.
E’ ormai l’ora del tramonto, l’ora dello spettacolo, intitolato “Processo ai migranti”. Le scalinate dell’anfiteatro sono già gremite di pubblico. Si esibiscono i minori egiziani non accompagnati, ospitati a Reggio presso l’Unitas catholica, anch’essi parte di quel carico umano che è sbarcato tra noi. In un clima divertito e divertente, quasi scanzonato, viene presentato il cumulo di dicerie, di sospetti, di malevoli insinuazioni che serpeggia o intenzionalmente si tenta di far serpeggiare da parte di gente male informata o ideologicamente etichettata. Il ripetuto scroscio di applausi da parte degli spettatori dice abbondantemente del consenso ricevuto dal messaggio umanamente così toccante dei giovani attori. Allo spettacolo altri ne sono succeduti, con musiche e danze, da parte di immigrati dello Sprar “Vallata del Gallico”, che accoglie a Laganadi e a S. Alessio altri profughi, singoli o nuclei familiari.
Una parola conclusiva: la manifestazione seria, impegnativa, ma in clima di festa e di amicizia, sembra aver ottenuto il suo scopo: ravvicinare la nostra gente con questi amici giovani e adulti, costretti a riparare tra di noi e dare una corretta informazione sul perché della loro fuga e della loro presenza, per i più molto provvisoria, tra noi, cos’ da instaurare o rafforzare quel senso di comprensione, di solidarietà e perfino di affetto verso chi, senza sua colta, è meno fortunato di noi. Rimarrà per lungo tempo un simpatico ricordo di questa “Cittadella del migrante”.
*Direttore del Centro Diocesano Migrantes